giovedì 5 dicembre 2013

COME VEDO LA SFIDA TRA RENZI E CIVATI


A un amico di vecchia data, che ha avuto un ruolo importante nella fondazione del PD, ho chiesto come mai, con Walter Veltroni, abbia scelto di appoggiare Renzi e se crede davvero che riuscirebbe a portare il PD fuori dalla situazione in cui si trova.
Mi ha risposto chiedendomi come mai appoggio Civati visto che le primarie le vincerà Renzi.
Strana domanda la sua, no? La mia risposta è stata perfino banale: voterò Civati perché sarà un ottimo segretario del PD. Senza nulla togliere agli altri due, lo voterò perché sarà il migliore.
Ne sono davvero convinto. Ha dimostrato di saper parlare alla sinistra con parole chiare. Si è dimostrato il più coraggioso nel dare un seguito alle sue parole: il coraggio delle scelte radicali, anche quelle che vanno contro il “sentire comune” di chi sta con te in un gruppo parlamentare o in una direzione nazionale, è proprio il coraggio che oggi si richiede al leader di un partito che deve cambiare radicalmente. Ha dimostrato di saper ascoltare prima di parlare e ha fatto una campagna elettorale che ha reso protagoniste le persone intorno a lui. L'ho verificato da vicino nella costruzione della mozione (che ha coinvolto, attivamente, svariate centinaia di persone) e nella gestione della tanto esaltata comunicazione. Non mi sono neppure domandato se sia o no un abile comunicatore: ho realizzato che sa raccogliere le energie positive che animano il PD e la sinistra anche in termini di creatività e originalità. Sono state apprezzate le sue battute, le sue trovate geniali, ma non sono nate in qualche agenzia specializzata (ci sono anche quelle, ma a supporto). Sono fiorite nelle migliaia di confronti, sempre dialoganti, con un pubblico vivace, reattivo e creativo. Con collaboratori appassionati e di grande intelligenza.
Io penso che il PD di oggi ha proprio bisogno di questo.

E poi, “nessuno dietro, tanti davanti” Non è solo uno slogan: non cerca il sostegno di chi ha più potere ma lavora per dare potere a chi non ne ha. Una cosa un pochino di sinistra.
Che non significa che non abbia conquistato il sostegno di persone importanti, nel senso di persone di grande valore. Penso a Fabrizio Barca, con cui ha dialogato a lungo sulle questioni che aveva sollevato con il suo documento, su come ristabilire il flusso virtuoso tra partito e istituzioni e nel partito tra iscritti, partecipanti e dirigenti (mentre il vertice del partito operava una rimozione totale). Penso a Walter Tocci, che ha ricostruito nel modo più acuto e convincente la grande occasione mancata del 2011 (amministrative e referendum) cogliendo in quel passaggio il punto di svolta da cui il PD non è riuscito a riprendersi arrivando alle drammatiche notti di aprile e alla vergogna dei 101. E sappiamo tutti che cosa voterebbero, se andassero a votare, Prodi e Rodotà o, se preferite, Zagrebelsky e la Spinelli.
Ha dalla sua solo sette parlamentari, contro le centinaia in appoggio a Renzi e Cuperlo. E' davvero un segno di debolezza?
Nessuna corazzata dell'informazione lo appoggia. Può vantare “solo” la massima visibilità sui social - vedo che #vinceCivati è tendenza n. 1 su Twitter - e il massimo gradimento nel mondo che si esprime attraverso la rete. Sono anche questi segnali insignificanti?
Evidentemente si, se dicono in tanti che non vincerà e che il vincitore annunciato è Renzi. Ma lo dicevano un anno fa di Bersani e molti che lo hanno votato per quel motivo oggi si dicono pentiti.
E, ora come allora, potrebbero essere ingannati dai numeri. Perché, fuori dal PD, Civati si rivolge ai 17 milioni che non hanno votato PD ma hanno votato il referendum e Renzi agli 11 milioni che hanno votato centro-destra o Scelta Civica. Numeri che, in confronto, i centomila voti di distanza tra Renzi e Civati nel voto degli iscritti … Buona caccia, fratelli, nell'interesse del PD e della sinistra!

Insomma, la vedo diversa. Lo dico a bassa voce: non credo che siamo chiamati a confermare un pronostico ma a scegliere per il futuro del PD, a portarlo a cambiare rotta, scegliendo la persona che ci dà le maggiori garanzie di sapere dove andare e, soprattutto, come e con chi deciderlo.
Per questo, ora che è stata archiviata la sfida tra Cuperlo e Renzi per verificare il peso del passato, la sfida si sposta sul futuro e riguarda Renzi e Civati. E penso che nella scelta dovrebbe prevalere la convinzione, non il calcolo. Anche per chi, come il mio amico di vecchia data, forse sta perdendo un po' di fiducia nelle convinzioni e si sta rassegnando a seguire le convenzioni.

Io voto Civati (anche) perché vincerà. Comunque vada.