martedì 3 settembre 2013

Di ritorno a Campobasso ...

Di ritorno a Campobasso, a sei mesi dalle elezioni. In una sala affollata per Pippo Civati.

Ho ritrovato gran parte del gruppo che nel 2011 aveva sostenuto Paolo di Laura Frattura portandolo a un risultato che le previsioni della vigilia consideravano impossibile. Ma l'aria è cambiata, assai. In sala lo si avvertiva.
Molti degli animatori del gruppo di Civati vengono da quella esperienza e dal gruppo Facebook “Unire il centro-sinistra”. Erano poi in sala, in buon numero, i sostenitori di Renzi raccolti in Big Bang Molise, un gruppo con una provenienza non molto diversa: la campagna per le provinciali di Campobasso, prova generale (attraverso una sconfitta le cui responsabilità sono state troppo velocemente rimosse) della successiva tornata regionale. I due gruppi del resto si sono accordati per organizzare insieme una serie di iniziative a tema e l'intesa potrebbe sfociare in una candidatura comune per il congresso regionale (se non si divaricheranno troppo le strade nazionali man mano che gli apparati, che Civati sta sfidando, si affolleranno sul carro di Renzi).


Attorno alla pattuglia dei civatiani e ai “graditi ospiti” renziani, un pubblico incuriosito, che Civati ha prima sottoposto a un'incalzante requisitoria sui mali odierni del PD e poi spronato all'impegno.
Foto: #DIRETTACIVATI DA CAMPOBASSO
Giuseppe Civati all'Hotel San Giorgio di Campobasso. Sala stracolma! E come sempre, nessuno dietro, moltissimi davanti a Pippo. Grazie Paolo Della Ventura PdvI passaggi salienti della requisitoria sono stati sottolineati da applausi. Ma l'appello a non stare alla finestra non ha avuto una risposta altrettanto calorosa. E' incoraggiante che a fine riunione si siano registrate un centinaio di nuove adesioni al gruppo molisano. Ma un conto è condividere, guardare con simpatia. Tutt'altra cosa, la scintilla dell'entusiasmo che ti fa partecipare in prima fila, spendere energie, correre rischi.
Se n'è accorto Pippo Civati, che la storia politica recente del Molise conosce piuttosto bene, sia pure da lontano. Che sa come sia stato usato l'espediente dell'apertura al centro per costruire larghe intese che non avevano neppure la scusante (diciamo così) dello stato di necessità invocato per il nazionale. Se n'è accorto, e ha misurato la profondità della ferita prodotta da chi con i suoi disegni ha stravolto il senso della dialettica politica per ridurla a trame di potere e di affari.
Se la formazione del governo nazionale ha smentito le alleanze e i progetti della campagna elettorale, il governo molisano è nato da una campagna elettorale che già smentiva le alleanze e i progetti di quella di un anno prima. Uno stravolgimento che ha lasciato il segno soprattutto tra chi più di altri aveva creduto nella rigenerazione della sinistra molisana e per quella si era speso.
Qualcuno dei presenti mi ha detto: qui non è cambiato niente, uguale a Iorio. Qualcuno mi ha detto: tanto vale votare Ruta segretario. Qualcuno mi ha domandato se Frattura è complice o vittima. Qualcuno mi ha chiesto che ci facciamo ancora nel PD.
Non è un bel momento per la sinistra in Italia. Per sinistra non intendo quella che non ama confondersi con altre sinistre ma quella nei cui valori e aspirazioni si riconosce un grande popolo. Aperto, diversificato al suo interno ma identificabile. E' questo popolo che si sente tradito e confuso. In Italia.
In Molise è peggio.
Bersani aveva chiuso la campagna elettorale del 2011 gridando che una vittoria in Molise avrebbe aiutato l'Italia. Ce l'avevamo quasi fatta. Ma poi l'Italia ha voltato le spalle al Molise, il Molise ha voltato le spalle alla sinistra, il popolo di sinistra, smarrito, ha voltato le spalle al PD.

Ora, non ci si può perdere per strada. Per quanto possa essere impervia. E la sinistra non può ritrovarsi senza nemmeno provare a riprendersi il PD.