mercoledì 31 ottobre 2012

Si torna a votare!


In Molise si torna a votare.

Di seguito una lista di cose da ricordare in avvio di campagna elettorale.

Hanno vinto le regole.
I “soccombenti” le hanno definite “formalità”. Una sola è stata effettivamente giudicata tale, la firma di Romagnuolo. Le altre irregolarità il Consiglio di Stato le ha considerate sostanziali e dirimenti. Ed ha ritenuto di dover compiere un’operazione di chiarezza indirizzata a tutti coloro che saranno chiamati (sin dalle prossime regionali e nazionali) a compiere le operazioni preliminari di presentazione delle candidature. Chi ha continuato a insistere con l’argomento dei “formalismi” ha solo dato dimostrazione di non voler cambiare indirizzo rispetto allo spregio delle regole a cui si è ispirata la maggioranza di centro destra in Molise (così come in Italia) negli anni recenti.

Hanno vinto gli otto cittadini elettori. E Paolo Di Laura Frattura.
E pochi altri, tra i politici eletti. La maggior parte ha guardato con sordo rancore, anche dagli scranni dell’opposizione, all’iniziativa giudiziaria. Lo si è notato, anche se qualcuno si è mimetizzato dietro il radicalismo verbale nelle denunce. Non che sia mancato qualche buon motivo di critica. Peccato però non aver neppure fatto finta di considerare prioritario liberare il Molise dal giogo di una politica che ha prodotto danni incalcolabili alla regione (fotocopia di quella che ha ridotto il Paese in condizioni drammatiche). Evidentemente, altri quattro anni di comoda oratoria tribunizia ben remunerata facevano troppo gola.

La battaglia non è vinta ma solo iniziata.
Il sistema Iorio è in sfacelo. Sanità, imprese strategiche, infrastrutture, ambiente, etica pubblica, il bilancio è disastroso, impressionante. Tutto lascia credere che quel sistema sia giunto al capolinea. Ma non se ne deve dedurre che automaticamente, quasi per legge fisica, un sistema migliore sia destinato a prenderne il posto. Se vince l’ignavia, il rifiuto di curvare la schiena e accollarsi il peso della ricerca tenace delle soluzioni più eque e più efficaci. Se vince l’abulia, ridurre la partecipazione a un vociare indistinto di proteste, ovvero di proposte che però si sottraggono al confronto democratico e perfino al conflitto. Se vince l’opportunismo, la ricerca del minimo sforzo anche a costo di mancare l’obiettivo minimale. Se non si riescono a sconfiggere questi nemici nascosti anche nello schieramento amico, Iorio può anche perdere ma non ne ricavano niente i cittadini molisani. Mi fa paura chiunque pensi di affrontare la battaglia prossima come un gioco di società e non sente tremare le vene dei polsi.

 E’ l’ora dei programmi.
Non della lista della spesa. Non delle cento ricette di cucina tipica. Non del breviario di preghiere e giaculatorie. Non dell’elenco dei fioretti per il Mese Mariano. Direi piuttosto: dieci comandamenti su cui giurare, cinque progetti di legge da presentare entro centro giorni su cui chiedere la fiducia al Consiglio (se no tutti a casa) e dieci atti di amministrazione da adottare immediatamente: tra questi, quelli necessari per assolvere a un impegno solenne per la trasparenza e per il confronto con le espressioni organizzate del corpo sociale. Solo con provvedimenti attuativi efficaci e immediati l’impegno sarà solenne nel senso di verificabile, scadenza dopo scadenza, ed esigibile.

La lista può continuare. E’ evidente. Ma è meglio non allungare troppo il brodo.

sabato 20 ottobre 2012

Aspettando il Consiglio di Stato


Tra pochi giorni si conoscerà il verdetto del Consiglio di Stato sulle elezioni molisane.
L'attesa può suggerire qualche riflessione non condizionata dall'esito della vicenda.


    Comunque vada, non potrà che essere una sentenza politica
  1. E' politica la materia del contenzioso. La sentenza farà precedente. E farà chiarezza sul peso da dare alle regole che sovrintendono alle operazioni elettorali. Nel momento politico che il Paese sta vivendo. A pochi mesi da elezioni politiche di importanza storica, un passaggio di fase che segnerà la fine della Seconda Repubblica. E da elezioni regionali in tre delle quattro più popolose regioni d'Italia, amministrate tutte dal centro-destra.
    Poiché si è ripetuta, a dieci anni di distanza, una vicenda che il Molise ha già vissuto, la sentenza ci dirà se il peso delle regole si è modificato in questo lasso di tempo.
  2. E' singolare che sia stata accolta con qualche sorpresa l'attenzione che il Collegio giudicante ha dedicato alla vicenda della lista UDC, quando dovrebbe essere chiaro che si tratta dell'aspetto dai risvolti politici più pesanti.
    Si è fatto un gran discutere del peso da dare a una formalità, apparsa irrilevante a molti nel centro-destra, quale la spillatura dei fogli successivamente alla raccolta delle firme. In sostanza i presentatori della lista hanno invocato la buona fede e l'irrilevanza, sul piano sostanziale, dell'aver separato i fogli (in precedenza uniti, a loro dire) per inserirne altri (i certificati elettorali, a quanto pare). Si può annullare un'elezione per questa inezia?
  3. Il PdL aveva invocato un argomento non dissimile nel caso del Lazio. Si può impedire la partecipazione alle elezioni a un partito (che era allora il primo partito in Italia) per un banale ritardo di minuti nella presentazione della lista, dovuto a un'improvvisa caduta degli zuccheri e alla necessità di mettere un panino nello stomaco? Poi la storia ci ha mostrato non solo i retroscena ma anche gli sviluppi successivi di quel particolare “insignificante”.

  1. Torniamo al Molise e all'UDC. La buona fede non può essere invocata. Non credo si tratti di portare prove pro o contro il fatto che ai firmatari fossero stati sottoposti fogli uniti tra loro e dunque recanti con chiarezza nel frontespizio l'indicazione della lista per cui si raccoglievano le firme. Il Collegio dovrà invece pronunciarsi su un fatto che è stato appurato senza ombra di dubbio: sono stati uniti successivamente fogli di firme che non recavano l'indicazione della lista per cui erano state raccolte. E' lecito? E' ammissibile? E' una formalità su cui si può sorvolare?
  2. Non vorrei scandalizzare nessuno, ma per quel che mi riguarda una risposta affermativa, mi si perdoni il bisticcio, non sarebbe scandalosa. Che un magistrato si possa trovare ad esercitare una funzione innegabilmente politica non solo non lo considero uno scandalo ma ritengo faccia parte della fisiologia del suo ruolo. Senza scomodare common law e civil law, non penso che il nostro sistema giuridico, fondato sulla “sacralità” della norma scritta, faccia del giudice un mero sacerdote officiante senza alcun potere interpretativo. Penso che un giudice sia chiamato ad un esercizio di responsabilità, da cui non può sottrarsi: “leggere” la norma sempre e comunque con gli occhiali della storia, ovvero della società in movimento, in cui quella è calata.
  3. Non intendo dunque trincerarmi dietro la formalità della norma, né ergermi a giudice della buona fede di chi ha raccolto le firme per l'UDC. Ritengo però che i giudici si esprimeranno nella piena e responsabile coscienza delle conseguenze politiche del loro verdetto. Se sarà considerato lecito, ammissibile, peccato veniale scusabile, unire in momenti separati fogli di firme privi di intestazione questa sarà la nuova regola.
Si potranno raccogliere le firme per una coalizione decidendo solo in un secondo momento a quale lista conferirle in modo da massimizzare (o minimizzare, se apparisse più opportuno) il numero di liste in appoggio.
Si potranno raccogliere firme per metterle a disposizione di un intermediario (di fiducia del firmatario) che potrà offrirle sul mercato politico.
Non vado oltre. Il nesso tra una prassi di questo genere e la piaga (spero sia considerata tale dai miei lettori) del voto di scambio è evidente.

Il diritto preminente degli elettori

  1. Confesso di non essermi appassionato al tema della rinuncia al riconteggio da parte degli elettori ricorrenti. I conti fatti in base alle comunicazioni dei rappresentanti di lista e degli scrutatori (di entrambe le coalizioni, come è risaputo) davano vincente Di Laura Frattura. Non vuol dire però che il riconteggio lo avrebbe dato vincente. Nessuno può dirlo con certezza e trovo semplicemente puerile che dal centro-destra si siano levate voci che pretendevano di accreditare il contrario, ossia che si stesse profilando una riconferma della vittoria del centro-destra. Non è vero perché, semplicemente e banalmente, mancano del tutto i presupposti per affermarlo.

  1. Ma un argomento più “sofisticato” è stato usato contro i ricorrenti (e contro Di Laura Frattura): “Gli elettori avevano il diritto di sapere chi aveva vinto.” Vero, sarebbe stato ottimo. Ma c'è un diritto che precede, logicamente, politicamente e perfino eticamente, se mi è concesso, quello di sapere. Ed è il diritto ad essere governati da chi gode del consenso maggioritario degli elettori. Un diritto che un verdetto “a babbo morto” (vedi Lombardia) avrebbe reso vano, pur soddisfacendo l'altra esigenza. E' per questo motivo, e non solo per un puro costrutto formale di ordine giuridico, che la questione della validità delle elezioni va considerata “assorbente” rispetto all'esito delle elezioni che si sono svolte. Ammesso ovviamente, ma la verità (giuridica) la sapremo solo con la sentenza, che lo svolgimento fosse viziato da irregolarità non sanabili.

Il bilancio di un decennio

  1. In un dibattito televisivo di questi giorni di fibrillazione, un esponente di peso del centrodestra, l'assessore Vitagliano, ha usato un argomento con il piglio di chi ha in serbo la verità ultima, il giudizio finale: “Se parliamo di politica e non di formalità, la vittoria di Iorio sta nell'aver reso il Molise di oggi migliore di quello di dieci anni fa.” Stupefacente.
  2. Non solo pretendere di sostituirsi (ipertrofia dell'ego?) al giudizio di chi ha titolo per giudicare (il corpo elettorale). Non solo pretendere che si tratti un dato di fatto (coppia “vero / falso”) anziché di un giudizio soggettivo (“buono / cattivo”, “giusto / sbagliato”). Ma nascondere (o nascondersi?) quel tanto di dati di fatto che dovrebbero sorreggere anche un giudizio prettamente soggettivo, quale quello politico.
    Potremmo discutere del peso da dare ai vari parametri su cui può fondarsi un giudizio, e avremmo almeno chiaro il sistema di valori in base al quale giudichiamo. Quel sistema di valori da cui si distingue, se la politica ha un senso, un giudizio “di sinistra” da uno “di destra”. Ma almeno qualche parametro dovrebbe essere fornito!
  3. E' cresciuto il PIL? L'occupazione? I chilometri di rete ferroviaria? L'offerta di servizi sanitari o la qualità dei servizi resi? O il tasso di lettura dei quotidiani? E' migliorato il saldo della mobilità dei pazienti? O il saldo della bilancia dei pagamenti? O il bilancio consolidato delle partecipate? O la produzione culturale? Sono diminuiti i tempi di percorrenza (indipendentemente dal vettore considerato)? O i conferimenti di rifiuti in discarica?
    Mi risulta aumentata la produzione di energia (la regione da importatrice è divenuta esportatrice). Nonché le cubature edificate e i metri quadri asfaltati. Possiamo elencare costi e benefici che ne sono derivati alla popolazione?
    Possiamo vantare qualche altro aumento (tasse, accise), su cui forse l'assessore preferirebbe sorvolare.
  4. Certo, si può pensare che senza Iorio sarebbe andata peggio. Con le Torri Gemelle, l'aviaria, i mutui sub-prime, i debiti sovrani e chi più ne ha … potevamo assistere a disastri peggiori. Ma non potremo mai saperlo perché dieci anni fa il Presidente eletto è stato giudicato “abusivo”. Perché le elezioni non si erano svolte regolarmente.

lunedì 15 ottobre 2012

Solagrital e Zuccherificio del Molise. FARE LUCE!


E’ il momento di fare il punto sulle vertenze che riguardano le partecipate della Regione Molise, di cui mi sono occupato in precedenti post (Solagrital, Zuccherificio).
Non solo perché hanno richiamato (finalmente!) l’attenzione dei media nazionali. Né solo perché è il momento di tirare le somme, alla vigilia del verdetto che ci dirà se la Giunta Iorio è ancora in piedi. Ma fondamentalmente perché stiamo entrando in un passaggio decisivo, in entrambe le vicende, che suscita apprensioni e interrogativi nei diretti interessati e in chiunque abbia a cuore le sorti dell’economia di questa regione.

giovedì 4 ottobre 2012

Le dieci risposte della Regione sullo Zuccherificio del Molise


Nel post precedente ponevo alcune domande, alla vigilia dell'adunanza dei creditori dello Zuccherificio del Molise, convocata il prossimo 10 ottobre per decidere attorno alla proposta di concordato preventivo
Riguardavano aspetti a cui ritenevo non si fosse ancora data risposta da parte di “chi di dovere”, cioè dalla Regione unica proprietaria dello Zuccherificio (vecchia Spa + Newco), nonostante riguardassero i lavoratori e i coltivatori, che hanno diritto di vederci chiaro non solo  per il passato, in quanto creditori (privilegiati), ma ancor più per il loro futuro
“Chi di dovere”, nella persona dell’Assessore competente, mi ha usato la cortesia di una risposta, postandola su uno dei siti (quello de “Il Ponte”) su cui un lettore di questo blog direttamente interessato, Pietro Marcone (uno dei dipendenti della Vecchia Spa il cui distacco presso la Newco va in scadenza il prossimo 15 ottobre) aveva ritenuto di condividerlo.
Per essere più precisi, ha postato le risposte che, su sua richiesta, sono state fornite dall’Amministratore unico del Nuovo zuccherificio del Molise, Alberto Alfieri.
Mettiamo dunque in fila anche queste risposte con le domande:

D. 1) La proposta di concordato preventivo prevede la continuità aziendale anche per il ramo che resta alla vecchia spa Zuccherificio?
R. non e' prevista continuita' per la vecchia SPA ma liquidazione al termine della procedura

D. 2) Se la risposta è si, perché non c'è un piano industriale anche per l'attività della vecchia Spa che contenga, con la valutazione degli asset, anche un business plan per l'attività e una previsione riguardo al personale addetto?
R. vedi sopra

D. 3) Se la risposta è no:
3a) a quale attività vengono destinati i lavoratori rimasti alle dipendenze della vecchia Spa, così da dare attuazione alla delibera del Consiglio Regionale sulla salvaguardia dell’occupazione attuale?
R. si stanno trovando soluzioni concordate per singolo lavoratore

3b) a chi sarà affidata dalla Newco l'attività “confezionamento e magazzino”?
R. il confezionamento sarà venduto come ramo d'azienda separato nell'ambito del concordato

D. 4) Perché la perizia di Forma srl su cui si basano le stime degli asset e il ricavato presunto della vendita della vecchia Spa non viene resa pubblica?
R. la perizia di Forma e' giurata e allegata agli atti della procedura. Tutti i creditori ne hanno accesso

D. 5) Quanto incideranno sui conti della vecchia Spa i costi della procedura, comprendendo le consulenze, le perizie, i compensi dell'amministratore delegato, i benefits?
R. Sui conti della vecchia SPA incidono oneri di procedura e giustizia per circa 1.8 milioni in linea con i minimi previsti per un concordato che ha attività + passività che ammontano a oltre 150 milioni di euro. I compensi totali degli amministratori incidono per 180.000 euro annui sulla SPA.

D. 6) Si prevede il ricorso a ammortizzatori sociali?
R. si

D. 7) Se la risposta è sì:
7a) come potranno essere applicati ai dipendenti Newco, trattandosi di società costituita solo da qualche mese?
R. non si applicheranno alla New - co

7b) come potranno essere applicati ai dipendenti vecchia Spa se non c'è continuità nell'attività (vedi domanda 1)?
R. vi sono ammortizzatori previsti in assenza di continuità aziendale (cassa in deroga, mobilita' incentivata, rioccupazione nell'autolavoro etc) che verranno utilizzati se necessari

D. 8) Poiché si prevede di individuare nel 2013 il nuovo compratore dell'attività di produzione, chi tratterà l'accordo interprofessionale con i coltivatori e chi tratterà la vendita in conto lavorazione delle quote non coperte dalla produzione in Molise?
R. i contatti per individuare i compratori potenziali sono già in atto e questi si manifesteranno dopo la pubblicazione del bando. La New-co ha già stipulato un accordo interprofessionale preliminare per la campagna 2013 che entrerà in vigore dopo la adunanza dei creditori fissata per il giorno 10 ottobre

D. 9) Se la risposta è la Regione, non si crea così un ostacolo alla vendita?
R. domanda non pertinente. Che ci azzecca la Regione?

D. 10) Se la risposta è il nuovo compratore, non sarà indispensabile individuarlo in tempo utile (entro il 2012)?
R. vedi risposta 8

Dovrei fermarmi qui. La parola dovrebbe passare ai diretti interessati, per i quali ho cercato di svolgere un ruolo di servizio, per così dire, aiutando a far emergere aspetti che non mi sembrava fossero stati mai chiariti. Le risposte sembrano invece dare tutto per scontato come se si trattasse di aspetti già abbondantemente di dominio pubblico.
Per quel che mi riguarda, tuttavia, non mi apparivano così scontate e dunque mi resta qualche dubbio. Forse mi è sfuggito qualcosa fino adesso. Perciò, di nuovo con spirito di servizio, mi vedo costretto a rivolgere qualche ulteriore domanda.

Quanto alle domande 1, 2, 3, 6, 7), se la vecchia Spa è destinata ad essere liquidata, ciò vuol dire che la perizia giurata relativa al ramo confezionamento lo valorizza solo in base al valore di realizzo degli asset. Come si concilia questa risposta con il Piano industriale (nonché con la stessa risposta 3b) secondo cui il confezionamento sarà venduto come ramo d'azienda e come tale valorizzato? Senza personale? Per avere come unico cliente lo Zuccherificio?
La risposta sarà di qualche interesse. a) Per i lavoratori di quel ramo, per i quali si prevede una sistemazione “caso per caso” (soluzioni per singolo lavoratore) con l’intenzione dichiarata, peraltro, di “concordarle” (???), e comunque il ricorso agli ammortizzatori sociali (da concordare obbligatoriamente per legge) senza che si preveda (perché mai?) L’IMPIEGO NEL RAMO D’AZIENDA A CUI SONO RIMASTI ADDETTI. b) Per i creditori, per i quali potrebbe essere rilevante sapere se le “soluzioni individuali”, così come il ricorso all’unico ammortizzatore previsto in caso di cessazione (che è la mobilità, l’Amministratore dovrebbe saperlo) saranno a costo zero, visto che non sono contabilizzate.
Ovviamente (domanda 4) la perizia di Forma srl aiuterebbe a capire, ma è a disposizione (solo) dei creditori. Non dovrebbero esserne a conoscenza anche i Consiglieri Regionali, essendo lo Zuccherificio (vecchia Spa e nuova Srl) di proprietà totale della Regione Molise, ed essendo quella perizia parte integrante del Piano Industriale, della Proposta di Concordato e della Relazione di Asseverazione su cui si dovranno basare le loro valutazioni?

Quanto alla domanda 5), è imbarazzante che “chi di dovere” abbia ritenuto di girarla a chi della procedura è parte integrante, parte attiva (per non dire protagonista) e dunque parte dei costi a cui la domanda si riferisce. E la risposta si limita a riprendere la domanda alla lettera dando conto dei costi (aggiuntivi, legati alla procedura per come è stata congegnata) che gravano sulla Spa, e non sulla sua costola srl. Ma per le casse della Regione avrà rilevanza il costo totale (aggiuntivo) che i contribuenti dovranno sopportare.
La risposta deve dunque ancora essere data, e sarà di qualche interesse, oltre che per i lavoratori e i creditori, anche per i contribuenti che potrebbero infine porsi la seguente domanda (da non girare, per cortesia, all’Amministratore), da aggiungere in calce alle 10 del precedente post:
domanda 11) la strada intrapresa (costituzione di Newco, scorporo, affitto, incertezza nella sorte di uno dei due rami di azienda) non è, oltre che più complicata, anche meno efficace e più costosa di quella alternativa della proposta di un concordato preventivo per la Vecchia spa, così da riportarla “in bonis” per la vendita sul mercato (come ora si sta facendo per la sola Newco)?

Resterebbero infine da fare alcune osservazioni sulle ultime tre risposte, ma si possono condensare (e siamo in argomento con quanto precede) rispetto alla domanda 9). “Che ci azzecca la Regione?”, risponde a sua volta con una domanda l’Amministratore, dopo aver ammesso (alla domanda 8) che le trattative con i soggetti interessati alle quote (in conto lavorazione) e con i coltivatori li sta gestendo la Newco (intendendo, immagino, chi la dirige). Imbarazzante risposta, per la seconda volta.
Mi rivolgo allora all’assessore competente: forse avrebbe dovuto riflettere un momento di più prima di girare le domande all’Amministratore delegato. Perché così facendo sta mettendo la sua firma sotto l’affermazione che la Regione, unica proprietaria dello Zuccherificio, con la gestione della sua sorte futura, con il destino delle persone coinvolte, con il buon esito o meno della vendita, con i costi dell’operazione (e con i benefici, se ce n’è qualcuno) non ci azzecca proprio.
Se, come spero si renda conto, non è affatto vero, non pensa (domanda 12) di essersi cacciato proprio in un brutto guaio?

Sullo stesso argomento in questo blog:

mercoledì 3 ottobre 2012

Dieci domande facili sullo Zuccherificio del Molise


Alla vigilia dell'adunanza dei creditori, convocata il prossimo 10 ottobre per decidere attorno alla proposta di concordato preventivo avanzata dallo Zuccherificio del Molise spa, alcune domande restano ancora senza risposta.
Riguardano i lavoratori e i coltivatori, che hanno diritto di vederci chiaro non solo  per il passato, in quanto creditori (privilegiati), ma ancor più per il loro futuro

Proviamo a metterle in fila.
1) La proposta di concordato preventivo prevede la continuità aziendale anche per il ramo che resta alla vecchia spa Zuccherificio?
2) Se la risposta è si, perché non c'è un piano industriale anche per l'attività della vecchia Spa che contenga, con la valutazione degli asset, anche un business plan per l'attività e una previsione riguardo al personale addetto?
3) Se la risposta è no:
3a) a quale attività vengono destinati i lavoratori rimasti alle dipendenze della vecchia Spa, così da dare attuazione alla delibera del Consiglio Regionale sulla salvaguardia dell’occupazione attuale?
3b) a chi sarà affidata dalla Newco l'attività “confezionamento e magazzino”?
4) Perché la perizia di Forma srl su cui si basano le stime degli asset e il ricavato presunto della vendita della vecchia Spa non viene resa pubblica?
5) Quanto incideranno sui conti della vecchia Spa i costi della procedura, comprendendo le consulenze, le perizie, i compensi dell'amministratore delegato, i benefits?
6) Si prevede il ricorso a ammortizzatori sociali?
7) Se la risposta è sì:
7a) come potranno essere applicati ai dipendenti Newco, trattandosi di società costituita solo da qualche mese?
7b) come potranno essere applicati ai dipendenti vecchia Spa se non c'è continuità nell'attività (vedi domanda 1)?
8) Poiché si prevede di individuare nel 2013 il nuovo compratore dell'attività di produzione, chi tratterà l'accordo interprofessionale con i coltivatori e chi tratterà la vendita in conto lavorazione delle quote non coperte dalla produzione in Molise?
9) Se la risposta è la Regione, non si crea così un ostacolo alla vendita?
10) Se la risposta è il nuovo compratore, non sarà indispensabile individuarlo in tempo utile (entro il 2012)?

   

Non mi aspetto che giunga una risposta da “chi di dovere”, cioè dalla Regione unica proprietaria dello Zuccherificio (vecchia Spa + Newco), solo per aver postato queste domande su un blog.
Mi aspetto però che quelli tra i miei lettori che hanno titolo a porre le domande al proprietario unico, al Presidente, all'amministratore delegato le prendano in considerazione. Non sono le mie domande, ma quelle che si pongono, come ho scritto all'inizio, dipendenti (fissi e avventizi) e coltivatori, oltre che, ritengo, creditori rientranti in altre categorie.

Sullo stesso argomento in questo blog: