Nicola Trematerra ci ha lasciato troppo presto.
Non ha fatto in tempo a vedere la sua
Regione come aveva sempre desiderato vederla. Ma ha portato come pochi altri il
suo sassolino perché potesse vederla il suo Raffaele. Lo ha fatto senza
esibirsi, con tenacia, con passione, con una dedizione verso gli altri, i più
deboli, che dovrebbe essere d'esempio per chiunque abbia questo ideale, di
solidarietà e di giustizia.
Lo abbiamo pianto in tanti, domenica scorsa, a Fossalto. E
ci siamo stretti intorno a Graziella, che lo porterà nel suo cuore. E a
Raffaele, tenerissimo nel suo sgomento.
Che la CGIL non sia riuscita a trattenerlo è un fatto che mi
ha sempre rattristato. Ma credo di poter dire, con cognizione di causa, che il
suo apporto è stato fondamentale per Italia Lavoro spa, non solo nell'ambito
del Molise. E soprattutto credo che molti lavoratori che si sono ritrovati
nella posizione più difficile, espulsi dal posto di lavoro, abbiano incontrato
in lui chi si faceva carico dei loro problemi. Non solo per promettere o per
consolare, ma per costruire una soluzione efficace e percorribile. Con
dedizione, con partecipazione sincera, oltre che con bonomia.
Per questo in tanti gli hanno voluto un gran bene. Per
questo ha lasciato un vuoto incolmabile.
Per questo non sono riuscito a trattenermi dal dedicare
qualche parola a questo grande amico. Anche se, per come l'ho conosciuto, credo
che non avrebbe gradito questa pubblicità, questa mancanza di riserbo. Se non sono
riuscito a farne a meno, dovunque tu sia, ti chiedo perdono.