lunedì 13 febbraio 2012

Zuccherificio. Una storia da raccontare. Da non dimenticare


[9 febbraio – 15 febbraio]
La vicenda dello Zuccherificio merita molta più attenzione di quella che le è stata dedicata dall'informazione regionale.
Perché non è una questione tra le tante di cui si deve occupare la Regione.
E' di più. E' una tragedia-simbolo. Della miseria della politica odierna in Molise.
Quella che segue è un'esposizione dei fatti, partendo dagli antefatti. Con due post-factum.
Dedicata a chi vuole essere informato e farsi un'opinione. Richiede un po' di pazienza.

ANTEFATTI:
N. 1 - Anno 2004

PIANO EUROPEO DI RICONVERSIONE DEGLI ZUCCHERIFICI
L'Unione Europea vara un piano di riforma del sistema di aiuti alla produzione di zucchero (Organizzazione Comune di Mercato, OCM-zucchero), conseguente agli esiti della trattativa sul commercio internazionale, detta Uruguay Round.
Il piano prevede principalmente:
  • una riduzione significativa del prezzo di sostegno alle esportazioni;
  • l'allineamento delle misure a favore della produzione dentro il quadro generale della Politica Agricola Comunitaria;
  • un piano di azione a favore dei paesi dell'area Africa-Caraibi-Pacifico (i produttori danneggiati dalla politica di aiuti alle esportazioni europee);
  • infine, un piano di riconversione degli zuccherifici, finanziato da una tassa a carico dei produttori di dolcificanti, per un periodo di quattro anni per un importo unitario di 125 euro il primo anno e 90 euro successivamente per tonnellata di zucchero trasformato.
La trattativa è condotta per l'Italia dal Ministro Alemanno. Le conclusioni lasciavano prevedere, sulla base dei costi di produzione comparati, il sostanziale abbandono del settore.


Di conseguenza, le Regioni mettono in atto azioni di sostegno, finanziate dai cospicui stanziamenti europei, alla riconversione produttiva, prevalentemente in direzione dell'agro-energia (sostenuta dal Programma nazionale Biocombustibili, Probio).
Per fare solo un esempio, l'Emilia Romagna, a fronte della chiusura degli zuccherifici di Bondeno, Finale Emilia e Russi da vita progetti per la riconversione in impianti termoelettrici (ad olii vegetali nel primo caso, a biomasse erbacee (sorgo) per il secondo, a biomasse legnose (pioppo) per l'ultimo) per una potenzialità produttiva a regime di 65 MWe complessivi; ha inoltre erogato un finanziamento di 4.353.654 euro sul programma Probio per la costruzione di 15 impianti aziendali e interaziendali per la produzione di biogas da reflui zootecnici, con lo scopo combinare salvaguarda ambientale e produrre di energia.
Il Molise fa eccezione decidendo di sussidiare il mantenimento in vita dello Zuccherificio di Termoli.
Qualche notizia in più, su:
La politica di riconversione degli zuccherifici della Regione Emilia
ANTEFATTI:
N. 2 – Dicembre 2009

USCITA DALLA COMPAGINE SOCIETARIA DEL SOCIO PRIVATO “STORICO” E SUBENTRO DI UN NOTO IMPRENDITORE MOLISANO
Il socio privato che storicamente aveva retto le sorti dello Zuccherificio del Molise (l'ing. Tesi) decide di vendere la quota (minoritaria) di cui era rimasto in possesso dopo che la Regione aveva deciso di accollarsi l'onere maggioritario (appena sotto il 60%, parte direttamente parte attraverso Finmolise) dell'impresa chiamata a ristrutturarsi per reggere le nuove – proibitive – condizioni di mercato susseguenti alla riforma UE.
Come acquirente si fa avanti un imprenditore isernino, Remo Perna, che ha una certa notorietà, non solo in Molise, per alcune passate disavventure, consistite in un fallimento (ex-Pantrem, o Pop 84) di cui - per la dimensione non indifferente delle persone (lavoratori) e delle cifre in ballo - si sono occupate le cronache nazionali.
Secondo un’inchiesta di Mignogna e Di Bello pubblicata da L'Infiltrato.it e ad oggi mai smentita avrebbe acquistato le sue quote, di minoranza, in un’azienda in cui il socio maggioritario è la Regione, con i soldi della Regione. Secondo l’inchiesta avrebbe fatto ricorso all'espediente di un giro di fatture fasulle alimentate da finanziamenti provenienti da un fondo riferito, sulla carta, ad una legge nazionale (la n.598/94, art. 11 che dispone finanziamenti agevolati per “Progetti di ricerca industriale e/o sviluppo precompetitivo”) ma in realtà, poiché quel fondo non ha più disponibilità dal 2003, a totale carico della Regione.
Su questi particolari sono, inevitabilmente, attesi i necessari chiarimenti, che dovrebbero arrivare nella risposta a un’interrogazione dell’opposizione che è stata calendarizzata per la seduta fissata per il giorno di San Valentino.
Sulla vicenda appare qua e là qualche critica sulla stampa locale. A febbraio 2010 l'Ufficio Stampa del Presidente Iorio dirama una nota, per tutta risposta, in cui si rivendica il percorso seguito. La Regione non è stata a guardare, si è attivata per la scelta del socio: “non abbiamo fatto altro che seguire il percorso intrapreso dalla FIAT quando si è affidata, per il suo rilancio, a Marchionne ... presi dalle capacità del manager e dal progetto industriale che aveva in mente ... che abbiamo discusso e condiviso anche con i bieticoltori, i lavoratori e le altre forze sociali”.

Alla nuova gestione (affidata operativamente nelle mani del socio di minoranza), nel biennio successivo, sono concessi finanziamenti per circa venti milioni di euro. Il totale delle erogazioni della Regione nelle casse dello Zuccherificio raggiungono così i cinquanta milioni circa.
Qualche notizia in più, su:
L'ingresso del socio privato nello Zuccherificio del Molise
ANTEFATTI:
N. 3 – Inizio dicembre 2011

IL FORNITORE DI ENERGIA (GAS) PRODUCE ISTANZA DI FALLIMENTO
Inizio Dicembre 2011
La società E. On Energy Trading, fornitrice dell'energia, che vanta un credito di quasi 4 milioni di euro, produce un'istanza di fallimento (che sarà discussa in udienza mercoledì 29 febbraio 2012).
Questo atto giunge dopo che a lungo, già da molto tempo prima, erano stati lanciati allarmi sulla situazione dello zuccherificio, sulle difficoltà finanziarie che mettevano a rischio perfino la campagna di raccolta delle barbabietole del 2012 e dunque la stessa continuità aziendale.
Il neo-ri-eletto e ri-nominato assessore alla Programmazione, Gianfranco Vitagliano, aveva però rilasciato dichiarazioni per tranquillizzare lavoratori e fornitori: passerete ancora una volta un Natale tranquillo.
LA REGIONE SULLO ZUCCHERIFICIO
N. 1 - 31 Gennaio - 1 Febbraio 2012

LA GIUNTA REGIONALE AFFRONTA LA QUESTIONE E LA PORTA IN COMMISSIONE CONSILIARE, CON PROCEDURA DI URGENZA
A due mesi di distanza dall'istanza di fallimento e a oltre due anni di distanza dall'ingresso del nuovo socio provato (il 31 gennaio) la Giunta discute il da farsi. La seduta si protrae fino alle 21.
La mattina del 1 febbraio gli intendimenti della Giunta sono trasmessi alle Commissioni consiliari competenti che nel pomeriggio dovrebbero deliberare. L'opposizione chiede che sia concesso più tempo alla discussione, dopo tutto il tempo trascorso. E' peraltro la prima occasione in cui il Consiglio neo-eletto può affrontare una questione di questo rilievo. Nel merito, pone una serie di questioni relative ai rapporti col socio privato, alle prospettive gestionali (tempi e modalità della privatizzazione) e produttive (ammodernamento o riconversione).
La Giunta, rappresentata dagli assessori Scasserra e Vitagliano, sostenuta dalla maggioranza, si oppone con veenebza alla richiesta “dobbiamo riconquistare la fiducia dei fornitori [che hanno presentato istanza di fallimento – N.d.A.] ma dobbiamo anche riottenere fiducia e subito dai bieticoltori, perché senza la semina primaverile (abbiamo pochi giorni ancora!!) non c'è campagna saccarifera e si perde il futuro; dalle banche che devono sostenere, come hanno sempre fatto, la campagna e il piano industriale; dai lavoratori che certamente non hanno responsabilità per le perdite.

Non solo. Alle richieste di merito risponde, di nuovo l'assessore Vitagliano, che le decisioni da prendere dipendono molto poco da dati e carte che interessano la Società, sono note a tutti da tempo sufficiente, non riguardano i lavoratori, i bieticoltori, i fornitori, le loro famiglie, ma i rapporti tra i soci che trovano la Regione pronta a far valere i suoi diritti pubblici e ad esercitare i suoi doveri e, soprattutto, a chiamare alle proprie responsabilità chi non ha fatto il suo di dovere!”.
Dunque, traduciamo per una lettura più attenta: 1) le decisioni da prendere riguardano i rapporti tra i soci e non altro (non lavoratori, bieticoltori, fornitori e relative famiglie); 2) sono note a tutti da tempo; 3) trovano la Regione pronta a far valere ..., esercitare ..., chiamare …
Per chiarezza, le decisioni di questa natura, che il Consiglio è chiamato a condividere, non sono l'azione in danno del socio privato, o la denuncia delle responsabilità amministrative di chi lo ha finanziato “non facendo il suo dovere” e producendo un danno al pubblico erario, come qualcuno potrebbe immaginare equivocando il linguaggio sibillino (in cui l'assessore Vitagliano si esercita ritenendo gli procuri grande successo di pubblico e di critica). Si badi che la Giunta stia confessando di conoscere questo stato di cose da tempo. La decisione tuttavia consiste in una ricapitalizzazione, preliminare ad ogni altra azione. In linguaggio corrente si può definire “a scatola chiusa”.
Tra l'altro nell'operazione si destina a questo fine – e quindi si intende legittimare a posteriori – un finanziamento di quasi 5 milioni di euro già erogato dagli uffici regionali senza autorizzazione (in periodo di vacatio prima delle elezioni) che trova ora copertura come anticipo parziale in conto capitalizzazione.
L'opposizione ottiene un rinvio di tre giorni, alla discussione in aula fissata per il 4 febbraio
L'assessore Vitagliano tornando a casa posta su Facebook: “sono amareggiato. 20 ore di discussione e schermaglie inutili. Ogni tentativo di separare le questioni dell'azienda, dei lavoratori, del rilancio, dai problemi della Società e del socio privato è andato a vuoto. La seduta di Consiglio è finita con un autogol incredibile del Centrosinistra: hanno rifiutato l'iscrizione all'ordine del giorno della problematica dello Zuccherificio. Che ci hanno guadagnato? Non avremmo fatto meglio, anche per rispetto agli operatori dello Zuccherificio che ci seguivano da stamattina, a chiudere stasera?”. Per chiarezza, separare i problemi significava non affrontare le questioni dell'azienda, dei lavoratori, ecc. (le decisioni da prendere “non riguardano” questi aspetti, vedi nota precedente) ma solo quelli della Società e del socio privato, “ben note da tempo”). Sempre per non equivocare, repetita juvant.
Documenti citati, per chi vuole saperne di più:
LA REGIONE SULLO ZUCCHERIFICIO
N. 2 - 4 Febbraio 2012

IL CONSIGLIO DISCUTE E DELIBERA LA RICAPITALIZZAZIONE DELLO ZUCCHERIFICIO
La discussione in aula si svolge il 4 febbraio mentre Campobasso è già sepolta sotto una spessa coltre di neve.
Al termine di ampia e approfondita discussione si approva la delibera presentata dalla Giunta per la ricapitalizzazione. Per il riassunto facciamo ricorso alle parole dell'assessore Vitagliano sulla sua pagina Facebook:
  • opporsi, con ogni strumento in proprio potere, all'istanza di fallimento della Società, scongiurandone le conseguenze;
  • ricapitalizzare la Società, attraverso la sottoscrizione di azioni ordinarie, fino alla ricostituzione del capitale sociale (con 8 milioni di euro) con conversione di parte del finanziamento erogato non inferiore al 50% del totale;
  • subordinare la ricapitalizzazione alle dimissioni, su richiesta, degli amministratori o, in mancanza di queste, di procedere alla revoca deli amministratori per giusta causa ( la Regione, cioè, si riprende la gestione dell'azienda).”
Basta seguire la sequenza logica temporale e ci si accorge che è esattamente inversa rispetto all'ordine di esposizione. L'opposizione al fallimento è subordinata alla ricapitalizzazione che è subordinata a sua volta alle dimissioni degli amministratori in rappresentanza del socio privato.
Ma, viene da domandarsi, come si gestisce una società che era stata affidata al socio privato (pur minoritario) perché ne assicurasse il rilancio (“quello che Marchionne ha fatto per la Fiat”) dopo che siano stati revocati (per giusta causa)?


La risposta della Giunta è chiara. Non sarà la Regione a gestire lo Zuccherificio. Non rientra tra i suoi compiti. Dunque (sono sempre le parole dell'assessore “competente”) “individuerà rapidamente un nuovo management aziendale che accompagni l'attivazione del Piano industriale”.
C'è dunque un altro passaggio, logicamente preliminare, che deve essere compiuto , l'individuazione del socio privato. Entro quando? L'avverbio scelto è eloquente: lo si farà rapidamente. Non è dunque precisato alcun termine temporale.
Ricapitolando fin qui. Grande urgenza per decidere la ricapitalizzazione. All'opposizione che chiede chiarimenti sulle prospettive e sui rapporti col socio privato si risponde che non si può perdere tempo attorno a questioni i cui termini sono chiari a tutti perché si deve decidere immediatamente (il termine è perentorio: doveva essere il 1 febbraio, poi spostato al 4 per lo sciocco ostruzionismo dell'opposizione) la ricapitalizzazione. Che però richiede una serie di passaggi preliminari relativi alle prospettive aziendali e ai rapporti col socio privato, a partire dalla individuazione di un diverso socio privato cui si giungerà “rapidamente”.
Non c'è bisogno di commento.
C'è però da chiedersi. Che significato si deve dare al fatto che il socio privato dovrà accompagnare l'attivazione del piano industriale?

Qui si richiede molta attenzione perché si tratta del passaggio cruciale.
Non si deve assolutamente pensare che significhi il rilancio produttivo dell’azienda di cui la Regione è diventata socia di maggioranza. Né la messa in liquidazione di un’azienda giudicata senza futuro, che la Regione ha preso in carico per affrontare i risvolti sociali (umani) di una dolorosa dismissione che provocherà senza dubbio perdite di posti di lavoro e di commesse. Che l'opposizione avanzi, come ipotesi, l'idea di prendere in considerazione anche questa alternativa viene denunciata come atto di alto tradimento degli interessi del popolo molisano. Nossignori. Si tratta (continuiamo a citare l'assessore “responsabile”) di gestire “una responsabile strategia di uscita del pubblico dal settore saccarifero, appena ripristinate le condizioni di normale operatività dell'azienda, la stabilità finanziaria, la correntezza dei rapporti bancari, con emanazione, entro tre mesi [N.B.], della manifestazione d'interesse all'acquisto”.
Si dovrebbe perciò ritenere che la Regione abbia fatto tutte le valutazioni del caso e sia giunta alla conclusione che, una volta ripristinate quelle condizioni, saldati i creditori, assicurate le condizioni perché i coltivatori possano avviare la semina delle barbabietole, eseguita l’indispensabile manutenzione degli impianti, quella azienda potrà trovare un compratore privato disposto a investire del suo per il rilancio produttivo di quella azienda, sollevando la Regione da questo, che sarebbe un onere improprio.
Visti gli antefatti, si dovrebbe anzi ritenere che queste valutazioni fossero già alla base della decisione di non riconvertire secondo il piano europeo. Che già allora avesse piena consapevolezza della praticabilità di questo sbocco, della vendita a privati, posto che certamente non era pensabile che fabbricare zucchero rientrasse tra i suoi compiti.
Non si dovrebbe neppure dubitare che fosse in possesso di documenti, di studi, qualificati e argomentati, e progetti dettagliati (analisi di mercato, piano industriale, business plan, piano finanziario). In questi anni aveva senz’altro avuto modo di commissionarli, valutarli e infine accoglierli. Documenti che contenessero in conclusione un’indicazione esplicita, tranquillizzante, circa la praticabilità di una messa sul mercato della struttura, in termini convenienti, industrialmente solidi e tali quindi da assicurare una prospettiva stabile, se non di sviluppo. Senza di che non si sarebbe certo azzardata a un passo che si sarebbe tradotto nel gettare alle ortiche, in modo irresponsabile, i soldi dei cittadini / contribuenti / elettori in un’impresa senza futuro.

Invece non è così. Il “percorso di messa in sicurezza del sistema saccarifero” sarà completato “coordinando attraverso un idoneo gruppo di lavoro tutti gli interventi da attuare”. E a questo stesso “idoneo gruppo di lavoro” spetterà l’onere “di accertare da subito [notare il crescendo temporale N.d.A.], con verifiche e confronti con fornitori e finanziatori, le effettive e reali prospettive di continuità aziendale e di rilancio produttivo.” (la citazione è dalla stessa nota dell’assessore Vitagliano).

Come ci si potrà mai opporre alla ricapitalizzazione preventiva, “a prescindere”, con questi precedenti? Come non dare piena fiducia alla Giunta Regionale, se non per partito preso e per inguaribile amore di polemica, e insinuare che non sussistano tutte le condizioni per “condurre la nave a scarrocciare su un fondale più basso dove gettare l'ancora senza fare vittime”?
Tanto più che c'è sempre un assessore che vede con grande ottimismo – e sicumera - un futuro tranquillo: “noi abbiamo le idee chiare. Ci sono condizioni di contesto e di prospettiva che fanno prevedere tempi buoni per la produzione dello zucchero da bietola, integrata con attività ambientalmente sostenibili e sostenuta da soci affidabili, con capitali freschi e, magari, da azionariato diffuso tra i bieticoltori e, soprattutto, da un'occupazione larga e stabile.” (Stavolta lasciamo indovinare al lettore da chi sia tratta la citazione).

Documenti citati, per chi vuole saperne di più:
LA REGIONE SULLO ZUCCHERIFICIO
N. 3 - 4 Febbraio 2012

MOZIONE DELL'OPPOSIZIONE IN MERITO ALLA RICAPITALIZZAZIONE DELLO ZUCCHERIFICIO.

Prima dell'approvazione in aula della delibera sulla ricapitalizzazione presentata dalla Giunta il Consiglio ha modo di bocciare una proposta di risoluzione presentata dall'opposizione. Per non rischiare la faziosità ricorriamo ancora una volta al riassunto che ne fa l'assessore al ramo. Queste le proposte:avviare subito [notare la diversa scansione temporale rispetto alla Giunta, N.d.A.] le procedure di cessione a terzi della partecipazione azionaria regionale; accertare la consistenza finanziaria della quota di partecipazione del socio privato; accertare la destinazione dell'ultima anticipazione fatta dalla Regione all'azienda di 4 milioni di euro; dare mandato alla Giunta regionale di attivarsi presso lo Stato e l'Unione europea per il coinvolgimento nel garantire la continuità aziendale; impegnare il Presidente della Regione a revocare a Vitagliano la delega assessorile al Patrimonio ed alle Società partecipate, perchè artefice e responsabile politico ed istituzionale del fallimento della situazione finanziaria e patrimoniale dello Zuccherificio e della strategia di rilancio del settore agroalimentare .

Omette solo di precisare, in questo riassunto, come esista una disposizione di legge (Finanziaria 2008, n.244/07, art. 3 commi 27-30) che vietava di assumere o ampliare partecipazioni e imponeva di cederle entro metà 2009. Disposizione di cui la mozione di centro-sinistra torna a denunciare la palese e reiterata violazione da parte della Regione Molise.


Illuminante il commento dello stesso assessore cui si deve il riassunto:
Seguendo questi signori, nelle more degli accertamenti e delle azioni presso le altre istituzioni, senza terzi che compravano nelle attuali condizioni, avremmo abbandonato lo Zuccherificio al suo destino e, forse, saremmo rimasti senza Vitagliano in politica!!
Per evitare equivoci, quando ci si riferisce all'assessore competente, responsabile del ramo, non si tratta di Scasserra.
Documenti citati, per chi vuole saperne di più:
POST – FACTUM
N. 1 - 4-10 febbraio 2012

MOZIONE (“OTTIMA”) DEL PD IN MERITO ALLO ZUCCHERIFICIO: SPIEGAZIONI E COMMENTI DEI PRESENTATORI

Il quadro dell'opposizione non sarebbe completo se non si desse conto del fatto che sulla risoluzione sopra descritta si sono astenuti i consiglieri del PD, Petraroia e Totaro. A loro si deve invece un ordine del giorno che l'assessore Vitagliano definisce “ottimo” e che, votato anche dalla maggioranza, ottiene l'unanimità. Si distingue dalle mozioni contrapposte per il fatto di non prendere posizione sulla ricapitalizzazione né sull'assetto societario e sui rapporti con il socio privato e di impegnare piuttosto la Regione a “costituire una Commissione d'inchiesta, composta da tre consiglieri regionali e senza oneri per la Regione, col mandato di accertare i contenziosi in essere e tutelare prioritariamente il bene pubblico, il patrimonio aziendale, i salari dei dipendenti, i redditi dei bieticoltori e delle imprese dell'indotto.”

Il terzo consigliere PD, il segretario regionale Leva, assente il giorno della seduta, dichiara (una settimana dopo) che il gruppo ha ritenuto di astenersi sulla mozione presentata dal “resto dell'opposizione” (a partire dal candidato presidente Di Laura Frattura) perché “la gara non può essere tra chi conquista l titolo più grande sulle prime pagine dei giornali... La magistratura farà il proprio corso. E chi ha sbagliato dovrà pagare. Non c'è dubbio che siano stati commessi degli errori nella gestione dello Zuccherificio. Non abbiamo mai approvato le modalità [sottolineatura d.A.] con cui è stato scelto l'attuale partner privato dello stabilimento, come ribadito in svariate sedi ed occasioni. E gravi responsabilità in tal senso sono imputabili esclusivamente al governo regionale. ... Di qui la nostra proposta di coinvolgere l'Unione Europea, il governo centrale, le altre regioni interessate, le associazioni di categoria affinché ciascuno faccia la sua parte in una fase storica che vede, tra l'altro, l'aumento della domanda di zucchero, quindi, del prezzo dello stesso.

L'accenno finale alle "regioni interessate" lascia forse intendere che quelle  che hanno dismesso i loro impianti (Veneto, Emilia, Marche, ecc.) insieme con la Puglia (in cui operano i bieticoltori che riforniscono lo Zuccherificio molisano) debbano fare ammenda dell'errore commesso e dare una mano a chi ha resistito vedendo più lontano e scommettendo con la capacità di reggere la concorrenza dell'India e di Cuba (per non parlare dello zucchero di barbabietola dell'Europa orientale). Mentre l'accenno all'UE può forse essere interpretato come una richiesta implicita che torni indietro di otto anni per riconoscere al Molise i suoi meriti storici. 
Questa opinione appare peraltro in linea con il timore espresso da Petraroia (in un comunicato in versione Ecodem) che tutto possa portare a trasformare lo Zuccherificio in una seconda centrale turbogas. Con questo termine si deve intendere che ci si riferisca al progetto Probio con cui – vedi sopra – si incentiva il settore agro-energetico per la produzione di biogas (o turbiogas, o turbobiogas, non è chiaro) e cela probabilmente un attacco politico alle Giunte di centro-sinistra delle Regioni che, come l'Emilia Romagna, si sono mosse in quella direzione.

Si tratta di opinioni interessanti e legittime. Che partono da un presupposto, che Leva pone in apertura della sua dichiarazione: “Riteniamo che la politica non possa lasciare il passo al gusto per i sensazionalismi o all'amore per gli scandali …” 
E chi non ama gli scandali, va da sé, fa in modo, prima di tutto, di non dare scandalo. Men che meno per un titolo di prima pagina.
Documenti citati, per chi vuole saperne di più:
POST - FACTUM
N. 2 – 5-7 Febbraio 2012

L'INFORMAZIONE IN MERITO ALLA VICENDA DELLO ZUCCHERIFICIO

La cronaca che precede forse ha messo alla prova il lettore; forse è eccessivamente minuziosa. Non cerca certo il titolone di prima pagina. Anche perché i quotidiani locali non hanno proprio fatto cenno alle proposte dell'opposizione (salvo qualche richiamo alla “richiesta di dimissioni di Vitagliano” e una certa enfasi sul voto unanime a favore della proposta PD di una commissione di inchiesta che, come abbiamo visto, intendeva contrastare la tendenza a far politica solo in funzione di un titolo di prima pagina).

Tra le testate on-line, Primapagina Molise ospita, oltre a una cronaca di poche righe, un articolo di Vitagliano (“L'opposizione Brancaleone e lo Zuccherificio che vogliamo”), uno di Totaro, per spiegare la posizione del PD, e un comunicato del centro-sinistra. Primonumero.it ospita invece una cronaca più ampia delle altre sulla seduta consiliare dopo che, il giorno prima, aveva ospitato un resoconto altrettanto ampio della conferenza stampa con cui il centro-sinistra aveva illustrato le sue posizioni.
Nella povertà di assieme, per una vicenda che occupa un posto assai di rilievo nella politica molisana per gli insegnamenti che se ne possono trarre, il quadro potrebbe sembrare in ogni caso equilibrato ed equidistante.

Eppure su Facebook è apparsa questa nota, ancora una volta a firma dell'assessore Vitagliano:”Sono veramente interdetto dalla lettura dei telematici. Dovunque si racconta quello che ha detto e che ha chiesto, in Consiglio regionale, il centrosinistra (minimizzando che lo fa una parte e quindi nascondendo la grave divisione!!!!!) e si dedicano poche righe e con imprecisione a cosa ha deliberato il centrodestra, compatto, per lo Zuccherificio e il suo futuro ... Siamo di fronte ad un asservimento ideologico e preconcetto della notizia alle opinioni politiche di coloro che scrivono gli articoli e che rappresentano, in modo distorto e strumentalmente negativo, una realtà che non condividono … un paradosso molisano che la dice lunga sull'indipendenza e sull'autorevolezza di costoro … MI ricordano gli anni della guerra fredda quando, nei Paesi dell'Est, raccontavano il mondo occidentale riprendendo notizie ed immagini dalle poche zone ancora in difficoltà economica... Come cittadino e come molisano provo vergogna per questa miseria intellettuale!

Il lettore perdonerà se in questo ampio resoconto ho fatto ricorso ad ogni piè sospinto alla versione di Vitagliano. Non potevo correre il rischio di provocare di nuovo reazioni di questo tenore.
D'altra parte, se esprimere la propria opinione, con prudenza e modestia, sui fatti che si raccontano fa parte integrante del mestiere di chi fa informazione (o si propone di farla), viene però prima – sia logicamente che temporalmente – l'aderenza alla verità dei fatti, e la trasparenza e la verificabilità delle fonti documentali.
Documenti citati, per chi vuole saperne di più:

Dai fatti bisogna partire. Una volta che si sia adempiuto al dovere di fare tutto il necessario per “informare” il lettore - cosa assai diversa dal “dare una notizia” in quanto suppone lo sforzo di fornire elementi di conoscenza utili, pertinenti, organizzati - il commento, da tutti i punti di vista, viene dopo. E' secondario. Talvolta può perfino essere superfluo.
La mia opinione è che per questa vicenda, ad esempio, lo sia. Se lo sforzo di informare avrà avuto successo, il lettore avrà certamente avuto modo di formarsi un'opinione solida e ben argomentata. Me lo auguro.