[9
febbraio – 15 febbraio]
La
vicenda dello Zuccherificio merita molta più attenzione di quella
che le è stata dedicata dall'informazione regionale.
Perché
non è una questione tra le tante di cui si deve occupare la Regione.
E'
di più. E' una tragedia-simbolo. Della miseria della politica
odierna in Molise.
Quella
che segue è un'esposizione dei fatti, partendo dagli antefatti. Con
due post-factum.
Dedicata
a chi vuole essere informato e farsi un'opinione. Richiede un po' di
pazienza.
ANTEFATTI:
N.
1 - Anno 2004
PIANO
EUROPEO DI RICONVERSIONE DEGLI ZUCCHERIFICI
L'Unione
Europea vara un piano di riforma del sistema di aiuti alla produzione
di zucchero (Organizzazione Comune di Mercato, OCM-zucchero),
conseguente agli esiti della trattativa sul commercio internazionale,
detta Uruguay
Round.
Il
piano prevede principalmente:
- una riduzione significativa del prezzo di sostegno alle esportazioni;
- l'allineamento delle misure a favore della produzione dentro il quadro generale della Politica Agricola Comunitaria;
- un piano di azione a favore dei paesi dell'area Africa-Caraibi-Pacifico (i produttori danneggiati dalla politica di aiuti alle esportazioni europee);
- infine, un piano di riconversione degli zuccherifici, finanziato da una tassa a carico dei produttori di dolcificanti, per un periodo di quattro anni per un importo unitario di 125 euro il primo anno e 90 euro successivamente per tonnellata di zucchero trasformato.
La
trattativa è condotta per l'Italia dal Ministro Alemanno. Le
conclusioni lasciavano prevedere, sulla base dei costi di produzione
comparati, il sostanziale abbandono del settore.
Di
conseguenza, le Regioni mettono in atto azioni di sostegno,
finanziate dai cospicui stanziamenti europei, alla riconversione
produttiva, prevalentemente in direzione dell'agro-energia (sostenuta
dal Programma nazionale Biocombustibili, Probio).
Per
fare solo un esempio, l'Emilia Romagna, a fronte della chiusura degli
zuccherifici
di Bondeno, Finale Emilia e Russi da vita progetti per la
riconversione in impianti termoelettrici (ad olii vegetali nel primo
caso, a biomasse erbacee (sorgo) per il secondo, a biomasse legnose
(pioppo) per l'ultimo) per una potenzialità produttiva a regime di
65 MWe complessivi; ha inoltre
erogato un finanziamento di 4.353.654 euro sul programma Probio per
la costruzione di 15 impianti aziendali e interaziendali per la
produzione di biogas da reflui zootecnici, con lo scopo combinare
salvaguarda ambientale e produrre di energia.
Il
Molise fa eccezione decidendo di sussidiare il mantenimento in vita
dello Zuccherificio di Termoli.
Qualche
notizia in più, su:
La
politica
di riconversione degli zuccherifici della Regione Emilia
ANTEFATTI:
N.
2 – Dicembre 2009
USCITA
DALLA COMPAGINE SOCIETARIA DEL SOCIO PRIVATO “STORICO” E SUBENTRO
DI UN NOTO IMPRENDITORE MOLISANO
Il
socio privato che storicamente aveva retto le sorti dello
Zuccherificio del Molise (l'ing. Tesi) decide di vendere la quota
(minoritaria) di cui era rimasto in possesso dopo che la Regione
aveva deciso di accollarsi l'onere maggioritario (appena sotto il
60%, parte direttamente parte attraverso Finmolise) dell'impresa
chiamata a ristrutturarsi per reggere le nuove – proibitive –
condizioni di mercato susseguenti alla riforma UE.
Come
acquirente si fa avanti un imprenditore isernino, Remo Perna, che ha
una certa notorietà, non solo in Molise, per alcune passate
disavventure, consistite in un fallimento (ex-Pantrem, o Pop 84) di
cui - per la dimensione non indifferente delle persone (lavoratori) e
delle cifre in ballo - si sono occupate le cronache nazionali.
Secondo
un’inchiesta di Mignogna e Di Bello pubblicata da L'Infiltrato.it
e ad oggi mai smentita
avrebbe
acquistato le sue quote, di minoranza, in un’azienda in cui il
socio maggioritario è la Regione, con i soldi della Regione. Secondo
l’inchiesta
avrebbe fatto ricorso all'espediente di un giro di fatture fasulle
alimentate da finanziamenti provenienti da un fondo riferito, sulla
carta, ad una legge nazionale (la n.598/94,
art. 11 che dispone finanziamenti
agevolati per “Progetti
di ricerca industriale e/o sviluppo precompetitivo”)
ma in realtà, poiché quel fondo non ha più disponibilità dal
2003, a totale carico della Regione.
Su questi particolari sono,
inevitabilmente, attesi i necessari chiarimenti, che dovrebbero
arrivare nella risposta a un’interrogazione dell’opposizione che
è stata calendarizzata per la seduta fissata per il giorno di San
Valentino.
Sulla
vicenda appare qua e là qualche critica sulla stampa locale. A
febbraio 2010 l'Ufficio Stampa del Presidente Iorio dirama una nota,
per tutta risposta, in cui si rivendica il percorso seguito. La
Regione non è stata a guardare, si è attivata per la scelta del
socio: “non
abbiamo fatto altro che seguire il percorso intrapreso dalla FIAT
quando
si è affidata, per il suo rilancio, a Marchionne
...
presi dalle capacità del manager
e
dal progetto
industriale che
aveva in mente ... che abbiamo discusso e condiviso anche con i
bieticoltori, i lavoratori e le altre forze sociali”.
Alla
nuova gestione (affidata operativamente nelle mani del socio di
minoranza), nel biennio successivo, sono concessi finanziamenti per
circa venti milioni di euro. Il totale delle erogazioni della Regione
nelle casse dello Zuccherificio raggiungono così i cinquanta milioni
circa.
Qualche
notizia in più, su:
L'ingresso
del socio privato nello
Zuccherificio del Molise
ANTEFATTI:
N.
3 – Inizio dicembre 2011
IL
FORNITORE DI ENERGIA (GAS) PRODUCE ISTANZA DI FALLIMENTO
Inizio
Dicembre 2011
La
società E. On Energy Trading, fornitrice dell'energia, che vanta un
credito di quasi 4 milioni di euro, produce un'istanza di fallimento
(che sarà discussa in udienza mercoledì 29 febbraio 2012).
Questo
atto giunge dopo che a lungo, già da molto tempo prima, erano stati
lanciati allarmi sulla situazione dello zuccherificio, sulle
difficoltà finanziarie che mettevano a rischio perfino la campagna
di raccolta delle barbabietole del 2012 e dunque la stessa continuità
aziendale.
Il
neo-ri-eletto e ri-nominato assessore alla Programmazione, Gianfranco
Vitagliano, aveva però rilasciato dichiarazioni per tranquillizzare
lavoratori e fornitori: passerete ancora una volta un Natale
tranquillo.
LA
REGIONE SULLO ZUCCHERIFICIO
N.
1 - 31 Gennaio - 1 Febbraio 2012
LA
GIUNTA REGIONALE AFFRONTA LA QUESTIONE E LA PORTA IN COMMISSIONE
CONSILIARE, CON PROCEDURA DI URGENZA
A
due mesi di distanza dall'istanza di fallimento e a oltre due anni di
distanza dall'ingresso del nuovo socio provato (il 31 gennaio) la
Giunta discute il da farsi. La seduta si protrae fino alle 21.
La
mattina del 1 febbraio gli intendimenti della Giunta sono trasmessi
alle Commissioni consiliari competenti che nel pomeriggio dovrebbero
deliberare. L'opposizione chiede che sia concesso più tempo alla
discussione, dopo tutto il tempo trascorso. E' peraltro la prima
occasione in cui il Consiglio neo-eletto può affrontare una
questione di questo rilievo. Nel merito, pone una serie di questioni
relative ai rapporti col socio privato, alle prospettive gestionali
(tempi e modalità della privatizzazione) e produttive
(ammodernamento o riconversione).
La
Giunta, rappresentata dagli assessori Scasserra e Vitagliano,
sostenuta dalla maggioranza, si oppone con veenebza alla richiesta
“dobbiamo
riconquistare la fiducia dei fornitori
[che
hanno presentato istanza di fallimento – N.d.A.]
ma dobbiamo anche riottenere fiducia e subito dai bieticoltori,
perché senza la semina primaverile (abbiamo pochi giorni ancora!!)
non c'è campagna saccarifera e si perde il futuro; dalle banche che
devono sostenere, come hanno sempre fatto, la campagna e il piano
industriale; dai lavoratori che certamente non hanno responsabilità
per le perdite.”
Non
solo. Alle richieste di merito risponde, di nuovo l'assessore
Vitagliano, che “le
decisioni da prendere dipendono molto poco da dati e carte che
interessano la Società, sono note a tutti da tempo sufficiente, non
riguardano
i lavoratori, i bieticoltori, i fornitori, le loro famiglie, ma
i rapporti tra i soci che trovano la Regione pronta a far valere i
suoi diritti pubblici e ad esercitare i suoi doveri e, soprattutto, a
chiamare alle proprie responsabilità chi non ha fatto il suo di
dovere!”.
Dunque,
traduciamo per una lettura più attenta: 1) le decisioni da prendere
riguardano i rapporti tra i soci e non altro (non lavoratori,
bieticoltori, fornitori e relative famiglie); 2) sono note a tutti da
tempo; 3)
trovano la Regione pronta a far valere ..., esercitare ..., chiamare
…
Per
chiarezza, le decisioni di questa natura, che il Consiglio è
chiamato a condividere, non
sono l'azione
in danno del socio privato, o la denuncia delle responsabilità
amministrative di chi lo ha finanziato “non facendo il suo dovere”
e producendo un danno al pubblico erario, come qualcuno potrebbe
immaginare equivocando il linguaggio sibillino (in cui l'assessore
Vitagliano si esercita ritenendo gli procuri grande successo di
pubblico e di critica). Si badi che la Giunta stia confessando di
conoscere questo stato di cose da tempo. La decisione tuttavia
consiste in una ricapitalizzazione, preliminare ad ogni altra azione.
In linguaggio corrente si può definire “a scatola chiusa”.
Tra
l'altro nell'operazione si destina a questo fine – e quindi si
intende legittimare a posteriori – un finanziamento di quasi 5
milioni di euro già erogato dagli uffici regionali senza
autorizzazione (in periodo di vacatio prima delle elezioni) che trova
ora copertura come anticipo parziale in conto capitalizzazione.
L'opposizione
ottiene un rinvio di tre giorni, alla discussione in aula fissata per
il 4 febbraio
L'assessore
Vitagliano tornando a casa posta su Facebook: “sono
amareggiato.
20 ore di discussione e schermaglie inutili. Ogni tentativo di
separare le questioni dell'azienda, dei lavoratori, del rilancio, dai
problemi della Società e del socio privato è andato a vuoto. La
seduta di Consiglio è finita con un autogol incredibile del
Centrosinistra: hanno rifiutato l'iscrizione all'ordine del giorno
della problematica dello Zuccherificio.
Che
ci hanno guadagnato? Non avremmo fatto meglio, anche per rispetto
agli operatori dello Zuccherificio che ci seguivano da stamattina, a
chiudere stasera?”.
Per chiarezza, separare i problemi significava non
affrontare le questioni dell'azienda, dei lavoratori, ecc. (le
decisioni da prendere “non
riguardano”
questi aspetti, vedi nota precedente) ma solo quelli della Società e
del socio privato, “ben
note da tempo”).
Sempre per non equivocare, repetita juvant.
Documenti
citati, per chi vuole saperne di più:
LA
REGIONE SULLO ZUCCHERIFICIO
N.
2 - 4 Febbraio 2012
IL
CONSIGLIO DISCUTE E DELIBERA LA RICAPITALIZZAZIONE DELLO
ZUCCHERIFICIO
La
discussione in aula si svolge il 4 febbraio mentre Campobasso è già
sepolta sotto una spessa coltre di neve.
Al
termine di ampia e approfondita discussione si approva la delibera
presentata dalla Giunta per la ricapitalizzazione. Per il riassunto
facciamo ricorso alle parole dell'assessore Vitagliano
sulla sua pagina Facebook:
- opporsi, con ogni strumento in proprio potere, all'istanza di fallimento della Società, scongiurandone le conseguenze;
- ricapitalizzare la Società, attraverso la sottoscrizione di azioni ordinarie, fino alla ricostituzione del capitale sociale (con 8 milioni di euro) con conversione di parte del finanziamento erogato non inferiore al 50% del totale;
- subordinare la ricapitalizzazione alle dimissioni, su richiesta, degli amministratori o, in mancanza di queste, di procedere alla revoca deli amministratori per giusta causa ( la Regione, cioè, si riprende la gestione dell'azienda).”
Basta
seguire la sequenza logica temporale e ci si accorge che è
esattamente inversa rispetto all'ordine di esposizione. L'opposizione
al fallimento è subordinata alla ricapitalizzazione che è
subordinata a sua volta alle dimissioni degli amministratori in
rappresentanza del socio privato.
Ma,
viene da domandarsi, come si gestisce una società che era stata
affidata al socio privato (pur minoritario) perché ne assicurasse il
rilancio (“quello
che Marchionne ha fatto per la Fiat”)
dopo che siano stati revocati (per giusta causa)?
La
risposta della Giunta è chiara. Non sarà la Regione a gestire lo
Zuccherificio. Non rientra tra i suoi compiti. Dunque (sono sempre le
parole dell'assessore “competente”) “individuerà rapidamente
un nuovo management aziendale che accompagni l'attivazione del Piano
industriale”.
C'è
dunque un altro passaggio, logicamente preliminare, che deve essere
compiuto , l'individuazione del socio privato. Entro quando?
L'avverbio scelto è eloquente: lo si farà rapidamente. Non è
dunque precisato alcun termine
temporale.
Ricapitolando
fin qui. Grande urgenza per decidere la ricapitalizzazione.
All'opposizione che chiede chiarimenti sulle prospettive e sui
rapporti col socio privato si risponde che non si può perdere tempo
attorno a questioni i cui termini sono chiari a tutti perché si deve
decidere immediatamente (il termine è perentorio: doveva essere il 1
febbraio, poi spostato al 4 per lo sciocco ostruzionismo
dell'opposizione) la ricapitalizzazione. Che però richiede una serie
di passaggi preliminari relativi alle prospettive aziendali e ai
rapporti col socio privato, a partire dalla individuazione di un
diverso socio privato cui si giungerà “rapidamente”.
Non
c'è bisogno di commento.
C'è
però da chiedersi. Che significato si deve dare al fatto che il
socio privato dovrà accompagnare l'attivazione del piano
industriale?
Qui
si richiede molta attenzione perché si tratta del passaggio
cruciale.
Non
si deve assolutamente pensare che significhi il
rilancio produttivo
dell’azienda
di cui la Regione è diventata socia di maggioranza. Né
la messa in liquidazione
di un’azienda giudicata senza futuro, che la Regione ha preso in
carico per affrontare i risvolti sociali (umani) di una dolorosa
dismissione che provocherà senza dubbio perdite di posti di lavoro e
di commesse. Che l'opposizione avanzi, come ipotesi, l'idea di
prendere in considerazione anche questa alternativa viene denunciata
come atto di alto tradimento degli interessi del popolo molisano.
Nossignori.
Si tratta (continuiamo a citare l'assessore “responsabile”) di
gestire “una
responsabile strategia di uscita del pubblico dal settore
saccarifero, appena ripristinate le condizioni di normale operatività
dell'azienda, la stabilità finanziaria, la correntezza dei rapporti
bancari, con emanazione, entro
tre mesi
[N.B.],
della manifestazione d'interesse all'acquisto”.
Si
dovrebbe perciò ritenere che la
Regione abbia fatto tutte le valutazioni del caso e sia giunta alla
conclusione che, una volta ripristinate quelle condizioni, saldati i
creditori, assicurate le condizioni perché i coltivatori possano
avviare la semina delle barbabietole, eseguita l’indispensabile
manutenzione degli impianti, quella azienda potrà trovare un
compratore privato disposto a investire del suo per il rilancio
produttivo di quella azienda, sollevando la Regione da questo, che
sarebbe un onere improprio.
Visti
gli antefatti, si dovrebbe anzi ritenere che queste valutazioni
fossero già alla base della decisione di non riconvertire secondo il
piano europeo. Che già allora avesse piena
consapevolezza della praticabilità di questo sbocco, della vendita a
privati, posto che certamente non era pensabile che fabbricare
zucchero rientrasse tra i suoi compiti.
Non
si dovrebbe neppure dubitare che fosse in possesso di documenti, di
studi, qualificati e argomentati, e progetti dettagliati (analisi di
mercato, piano industriale, business plan, piano finanziario). In
questi anni aveva senz’altro avuto modo di commissionarli,
valutarli e infine accoglierli. Documenti che contenessero in
conclusione un’indicazione esplicita, tranquillizzante, circa la
praticabilità di una messa sul mercato della struttura, in termini
convenienti, industrialmente solidi e tali quindi da assicurare una
prospettiva stabile, se non di sviluppo. Senza
di che non si sarebbe certo azzardata a un passo che si sarebbe
tradotto nel gettare alle ortiche, in modo irresponsabile, i soldi
dei cittadini / contribuenti / elettori in un’impresa senza futuro.
Invece
non è così. Il
“percorso di
messa in sicurezza del sistema saccarifero”
sarà completato “coordinando
attraverso un idoneo
gruppo di lavoro
tutti gli interventi da attuare”.
E a questo stesso “idoneo gruppo di lavoro” spetterà l’onere
“di accertare da
subito
[notare il crescendo temporale N.d.A.],
con verifiche e confronti con fornitori e finanziatori, le effettive
e reali prospettive di continuità aziendale e di rilancio
produttivo.”
(la citazione è dalla stessa nota dell’assessore Vitagliano).
Come
ci si potrà mai opporre alla ricapitalizzazione preventiva, “a
prescindere”, con questi precedenti? Come non dare piena fiducia
alla Giunta Regionale, se non per partito preso e per inguaribile
amore di polemica, e insinuare che non sussistano tutte le condizioni
per “condurre la nave a scarrocciare su un fondale più basso dove
gettare l'ancora senza fare vittime”?
Tanto
più che c'è sempre un assessore che vede con grande ottimismo – e
sicumera - un futuro tranquillo: “noi
abbiamo le idee chiare. Ci sono condizioni di contesto e di
prospettiva che fanno prevedere tempi buoni per la produzione dello
zucchero da bietola, integrata con attività ambientalmente
sostenibili e sostenuta da soci affidabili, con capitali freschi e,
magari, da azionariato diffuso tra i bieticoltori e, soprattutto, da
un'occupazione larga e stabile.”
(Stavolta lasciamo indovinare al lettore da chi sia tratta la
citazione).
Documenti
citati, per chi vuole saperne di più:
LA
REGIONE SULLO ZUCCHERIFICIO
N.
3 - 4 Febbraio 2012
MOZIONE
DELL'OPPOSIZIONE IN MERITO ALLA RICAPITALIZZAZIONE DELLO
ZUCCHERIFICIO.
Prima
dell'approvazione in aula della delibera sulla ricapitalizzazione
presentata dalla Giunta il Consiglio ha modo di bocciare una proposta
di risoluzione presentata dall'opposizione. Per non rischiare la
faziosità ricorriamo ancora una volta al riassunto che ne fa
l'assessore al ramo. Queste le proposte:
“avviare
subito [notare
la diversa scansione temporale rispetto alla Giunta, N.d.A.] le
procedure di cessione a terzi della partecipazione azionaria
regionale;
accertare la consistenza finanziaria della quota di partecipazione
del socio privato; accertare la destinazione dell'ultima
anticipazione fatta dalla Regione all'azienda di 4 milioni di euro;
dare mandato alla Giunta regionale di attivarsi presso lo Stato e
l'Unione europea per il coinvolgimento nel garantire la continuità
aziendale; impegnare il Presidente della Regione a revocare a
Vitagliano la delega assessorile al Patrimonio ed alle Società
partecipate, perchè artefice e responsabile politico ed
istituzionale del fallimento della situazione finanziaria e
patrimoniale dello Zuccherificio e della strategia di rilancio del
settore agroalimentare“
.
Omette
solo di precisare, in questo riassunto, come esista una disposizione
di legge (Finanziaria 2008, n.244/07, art. 3 commi 27-30) che vietava
di assumere o ampliare partecipazioni e imponeva di cederle entro
metà 2009. Disposizione di cui la mozione di centro-sinistra torna a
denunciare la palese e reiterata violazione da parte della Regione
Molise.
Illuminante
il commento dello stesso assessore cui si deve il riassunto:
“Seguendo
questi signori, nelle more degli accertamenti e delle azioni presso
le altre istituzioni, senza terzi che compravano nelle attuali
condizioni, avremmo abbandonato lo Zuccherificio al suo destino e,
forse, saremmo rimasti senza Vitagliano in politica!!”
Per
evitare equivoci, quando ci si riferisce all'assessore competente,
responsabile del ramo, non si tratta di Scasserra.
Documenti
citati, per chi vuole saperne di più:
POST
– FACTUM
N.
1 - 4-10 febbraio 2012
MOZIONE
(“OTTIMA”) DEL PD IN MERITO ALLO ZUCCHERIFICIO: SPIEGAZIONI E
COMMENTI DEI PRESENTATORI
Il
quadro dell'opposizione non sarebbe completo se non si desse conto
del fatto che sulla risoluzione sopra descritta si sono astenuti i
consiglieri del PD, Petraroia e Totaro. A loro si deve invece un
ordine del giorno che l'assessore Vitagliano definisce “ottimo” e
che, votato anche dalla maggioranza, ottiene l'unanimità. Si
distingue dalle mozioni contrapposte per il fatto di non prendere
posizione sulla ricapitalizzazione né sull'assetto societario e sui
rapporti con il socio privato e di impegnare piuttosto la Regione a
“costituire
una Commissione d'inchiesta, composta da tre consiglieri regionali e
senza oneri per la Regione, col mandato di accertare i contenziosi in
essere e tutelare prioritariamente il bene pubblico, il patrimonio
aziendale, i salari dei dipendenti, i redditi dei bieticoltori e
delle imprese dell'indotto.”
Il
terzo consigliere PD, il segretario regionale Leva, assente il giorno della
seduta, dichiara (una settimana dopo) che il gruppo ha ritenuto di
astenersi sulla mozione presentata dal “resto dell'opposizione”
(a partire dal candidato presidente Di Laura Frattura) perché “la
gara non può essere tra chi conquista l titolo più grande sulle
prime pagine dei giornali... La magistratura farà il proprio corso.
E chi ha sbagliato dovrà pagare. Non c'è dubbio che siano stati
commessi degli errori nella gestione dello Zuccherificio. Non abbiamo
mai approvato le
modalità [sottolineatura d.A.] con cui è stato scelto l'attuale partner privato dello stabilimento,
come ribadito in svariate sedi ed occasioni. E gravi responsabilità
in tal senso sono imputabili esclusivamente al governo regionale. ...
Di qui la nostra proposta di coinvolgere l'Unione Europea, il governo
centrale, le altre regioni interessate, le associazioni di categoria
affinché ciascuno faccia la sua parte in una fase storica che vede,
tra l'altro, l'aumento della domanda di zucchero, quindi, del prezzo
dello stesso.”
L'accenno
finale alle "regioni interessate" lascia forse intendere che quelle che hanno dismesso i loro
impianti (Veneto, Emilia, Marche, ecc.) insieme con la Puglia (in cui
operano i bieticoltori che riforniscono lo Zuccherificio molisano)
debbano fare ammenda dell'errore commesso e dare una mano a chi ha
resistito vedendo più lontano e scommettendo con la capacità di
reggere la concorrenza dell'India e di Cuba (per non parlare dello
zucchero di barbabietola dell'Europa orientale). Mentre l'accenno all'UE può forse essere interpretato come una richiesta implicita che torni
indietro di otto anni per riconoscere al Molise i suoi meriti
storici.
Questa opinione appare peraltro in linea con il timore espresso da
Petraroia (in un comunicato in versione Ecodem) che tutto possa
portare a trasformare lo Zuccherificio in una seconda centrale turbogas. Con
questo termine si deve intendere che ci si riferisca al progetto
Probio con cui – vedi sopra – si incentiva il settore
agro-energetico per la produzione di biogas (o turbiogas, o turbobiogas, non è chiaro) e cela probabilmente un attacco politico alle Giunte di centro-sinistra delle Regioni che, come l'Emilia Romagna, si sono mosse in quella direzione.
Si
tratta di opinioni interessanti e legittime. Che partono da un
presupposto, che Leva pone in apertura della sua dichiarazione:
“Riteniamo
che la politica non possa lasciare il passo al gusto per i
sensazionalismi o all'amore per gli scandali …”
E
chi non ama gli scandali, va da sé, fa in modo, prima di tutto, di
non dare scandalo. Men che meno per un titolo di prima pagina.
Documenti
citati, per chi vuole saperne di più:
POST
- FACTUM
N.
2 – 5-7 Febbraio 2012
L'INFORMAZIONE
IN MERITO ALLA VICENDA DELLO ZUCCHERIFICIO
La
cronaca che precede forse ha messo alla prova il lettore; forse è
eccessivamente minuziosa. Non cerca certo il titolone di prima
pagina. Anche perché i quotidiani locali non hanno proprio fatto
cenno alle proposte dell'opposizione (salvo qualche richiamo alla
“richiesta di dimissioni di Vitagliano” e una certa enfasi sul
voto unanime a favore della proposta PD di una commissione di
inchiesta che, come abbiamo visto, intendeva contrastare la tendenza a
far politica solo in funzione di un titolo di prima pagina).
Tra
le testate on-line, Primapagina Molise ospita, oltre a una cronaca di
poche righe, un articolo di Vitagliano (“L'opposizione Brancaleone
e lo Zuccherificio che vogliamo”),
uno di Totaro, per spiegare la posizione del PD, e un comunicato del
centro-sinistra. Primonumero.it ospita invece una cronaca più ampia
delle altre sulla seduta consiliare dopo che, il giorno prima, aveva
ospitato un resoconto altrettanto ampio della conferenza stampa con
cui il centro-sinistra aveva illustrato le sue posizioni.
Nella
povertà di assieme, per una vicenda che occupa un posto assai di
rilievo nella politica molisana per gli insegnamenti che se ne
possono trarre, il quadro potrebbe sembrare in ogni caso equilibrato
ed equidistante.
Eppure su Facebook è apparsa questa nota, ancora una volta a firma
dell'assessore Vitagliano:”Sono
veramente interdetto dalla lettura dei telematici. Dovunque si
racconta quello che ha detto e che ha chiesto, in Consiglio
regionale, il centrosinistra (minimizzando che lo fa una parte e
quindi nascondendo la grave divisione!!!!!) e si dedicano poche righe
e con imprecisione a cosa ha deliberato il centrodestra, compatto,
per lo Zuccherificio e il suo futuro ... Siamo di fronte ad un
asservimento ideologico e preconcetto della notizia alle opinioni
politiche di coloro che scrivono gli articoli e che rappresentano, in
modo distorto e strumentalmente negativo, una realtà che non
condividono … un paradosso molisano che la dice lunga
sull'indipendenza e sull'autorevolezza di costoro … MI ricordano
gli anni della guerra fredda quando, nei Paesi dell'Est, raccontavano
il mondo occidentale riprendendo notizie ed immagini dalle poche zone
ancora in difficoltà economica... Come cittadino e come molisano
provo vergogna per questa miseria intellettuale!”
Il
lettore perdonerà se in questo ampio resoconto ho fatto ricorso ad
ogni piè sospinto alla versione di Vitagliano. Non potevo correre il
rischio di provocare di nuovo reazioni di questo tenore.
D'altra
parte, se esprimere la propria opinione, con prudenza e modestia, sui
fatti che si raccontano fa parte integrante del mestiere di chi fa
informazione (o si propone di farla), viene però prima – sia
logicamente che temporalmente – l'aderenza alla verità dei fatti,
e la trasparenza e la verificabilità delle fonti documentali.
Documenti
citati, per chi vuole saperne di più:
Dai
fatti bisogna partire. Una volta che si sia adempiuto al dovere di fare tutto il necessario per “informare” il lettore - cosa assai diversa dal
“dare una notizia” in quanto suppone lo sforzo di fornire
elementi di conoscenza utili, pertinenti, organizzati - il commento,
da tutti i punti di vista, viene dopo. E' secondario. Talvolta può
perfino essere superfluo.
La
mia opinione è che per questa vicenda, ad esempio, lo sia. Se lo
sforzo di informare avrà avuto successo, il lettore avrà certamente
avuto modo di formarsi un'opinione solida e ben argomentata. Me lo
auguro.