giovedì 19 gennaio 2012

Che Finanziaria è questa?


[16 gennaio – 23 gennaio]
Il Consiglio Regionale del Molise discute la Finanziaria presentata dalla Giunta Iorio.
Dopo dieci anni di governo è il documento base per qualunque giudizio sull'operato di questa amministrazione.
Ne propongo un esame attraverso la messa a fuoco di alcuni aspetti fondamentali.
A partire dalla trasparenza: come sta VERAMENTE la finanza regionale?
I costi della politica: c'è davvero l'intenzione di tagliare?
L'economia molisana: c'è una qualche idea su come rilanciarla?
La sanità: c'è ancora qualche margine di intervento, ovvero di decisione politica?

Conoscere per decidere. Decidere di cambiare


PREMESSA. IL SIGNIFICATO DELLA LEGGE FINANZIARIA REGIONALE

Una Legge Finanziaria rappresenta senza dubbio l'atto politico più rilevante, tra tutti quelli che un governo possa produrre, almeno nell'ambito ordinario. Articolata in "Legge di bilancio", "Legge Finanziaria" propriamente detta, ovvero norme di legge contenenti effetti sul bilancio, e "Proposta di decisione", ovvero documento di sintesi politica, è la traduzione operativa, per un esercizio annuale, del suo programma politico, con riflessi su un intero triennio.

Per una Giunta come quella del Presidente Iorio, che si presenta in continuità con un'esperienza di governo che risale al 2001, non è solo un progetto ma un bilancio consuntivo. Il fatto che le elezioni politiche (nazionali e regionali) si tengano normalmente in primavera fa sì che quel documento sia in genere preso a base per un giudizio politico. In Molise si è appena votato ma, considerato che vi sono concrete possibilità che si torni a votare a breve, la lettura dei documenti è un esercizio di indubbia importanza e utilità.

Tuttavia, se c'è una legge su cui l'esercizio della critica è arduo è proprio la finanziaria. La parte normativa consiste in gran parte di modifiche a leggi vigenti che risultano incomprensibili se non si va a ricercare il testo originario e a interpretare il significato del codicillo modificato (spesso solo un numero, o una data). Non parliamo della legge di bilancio: 307 pagine di tabelle tra entrate e uscite di cui il più delle volte il significato reale è incomprensibile (anche quando rinvia a leggi, comunque da rintracciare, i cui effetti di spesa sono assai poco chiari).


Al problema sembrano sensibili i governanti, anche in Molise. Ecco allora la soluzione: accompagnare questi testi per iniziati con un documento di natura politica che faccia sintesi, spieghi la logica delle scelte e fornisca i numeri base, quelli che permettono di farsi un'idea delle quantità in gioco. A questo serve la “Decisione di Finanza Pubblica 2012”. Peccato, però, che questo documento sia assolutamente inattendibile e richieda quanto meno un riscontro con le leggi che dovrebbe sintetizzare. Siamo quindi al punto di partenza.
Per inciso, il documento di sintesi si presenta molto male sin dall'esordio. Parte infatti con una descrizione del contesto socio-economico molto lacunosa e imprecisa. Per la parte riguardante occupazione e mercato del lavoro, poi, è qualcosa di peggio. E' del tutto surreale. Dati nazionali confusi con quelli regionali, percentuali prese chissà dove, insomma non c'è un solo dato (lo affermo senza timore di essere contraddetto), non uno solo che sia giusto.
Capita a tutti di sbagliare. Non azzeccarne una è un po' peggio. Nella fretta gli uffici possono aver lavorato male, non è il caso di criminalizzare nessuno. Ma ne viene fuori il quadro di un modo cialtronesco - non trovo altro aggettivo - di produrre un documento di questa importanza. E' infatti del tutto chiaro che nessuno lo ha mai riletto. Ci si può confondere tra 8,6% e 11% per la disoccupazione, ma non si può leggere la cifra di oltre due milioni di disoccupati in Molise senza sobbalzare sulla sedia, o un aumento di occupazione di 53.000 unità in una regione che conta poco più di centomila occupati (sono, ovviamente, dati nazionali passati per regionali).

Tornando all'argomento generale, come fare per affrontare un tema così arduo? Nelle righe che seguono tento di accompagnare il lettore in una disamina della legge che vada un po' oltre la sintesi di comodo proposta dalla Giunta, cercando di rendere meno “iniziatica” possibile l'esposizione.


Giuro che non si tratta di un compito facile e so bene che non è neppure facile per chi legge seguire questo percorso. Tanto più che dovrebbe essere solo il primo passo verso un impegno ancora più arduo, consistente nell'andare alla fonte (http://www3.regione.molise.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/4954), per provare a formarsi un giudizio in autonomia.


Mi auguro che il prodotto possa risultare utile.

LO STATO DELLA FINANZA REGIONALE

La Giunta Regionale del Molise porta all'approvazione una proposta di Legge Finanziaria in cui sono previste per il 2012 entrate per 1.538,6 milioni di euro (cui dovrebbe sommarsi un avanzo presunto dell'esercizio 2011 per altri 224,7 Meuro).
Di questa somma, 429,3 Meuro rappresentano della partite di giro: somme per le quali la Regione svolge un compito simile agli uffici di Money Transfer, senza però avere diritto a provvigioni: ritenute alla fonte (su dipendenti, collaboratori ecc.) da girare al Fisco, anticipazioni del Fondo sanitario e del cofinanziamento statale sui programmi europei.

La somma che possiamo considerare nell'effettiva, libera disponibilità della Regione, non vincolata e non derivante da programmi statali e comunitari (tributi propri, ossia IRAP, quota di IVA e IRPEF, accise benzina ecc.) è all'incirca della stessa entità: 429,8 Meuro, a cui si aggiungono “compensazioni minori entrate” (si tratta del fondo perequativo nazionale, cioè del “federalismo solidale”) per 302,1 Meuro.
Per il resto, si tratta di 73,2 Meuro “rivenienti dalle restituzioni di somme anticipate sul Fondo Sviluppo e Coesione 2007/2013” e di 585,6 Meuro derivanti dallo Stato a vario titolo: per il Fondo Sanitario (52 Meuro tra parte corrente e in conto capitale), viabilità e trasporti (29 Meuro in tutto) e altre voci minori a destinazione vincolata e, di nuovo, Fondo Sviluppo e Coesione e cofinanziamento progetti UE. Infine, direttamente dall'Unione Europea sono previsti finanziamenti per 22 Meuro sulla programmazione 2007-2013.

Qui sorge però un problema e si rende necessaria una digressione, riguardante i residui attivi, che sono somme attribuite sulla carta, “per competenza” (come si dice in gergo tecnico) ma mai entrate, fin qui, nelle casse della Regione. Tributi propri a parte, per le somme più cospicue (fondo perequativo, Fondi FAS per Sviluppo e Coesione e cofinanziamento fondi europei) la Regione dichiara un ammontare di residui attivi per la bellezza di 1.439,9 Meuro.
Non è un mistero che la politica dei tagli del Gran Ministro dell'Economia Giulio Tremonti è consistita essenzialmente nel chiudere i rubinetti del flusso di cassa, rendendo del tutto virtuali gli impegni di spesa, in particolare quelli verso gli Enti Locali e verso famiglie e imprese. Nel precedente post riprendevo la stima, pubblicata dal Sole 24-Ore, dei costi del solo ritardo nei pagamenti da parte del sistema sanitario, per il quale il Molise vanta il triste primato nazionale di 734 giorni medi di attesa.

Come ci si deve attendere, a fronte di questi residui attivi registriamo in effetti residui passivi per un importo quasi altrettanto considerevole (1.275,7 Meuro).
Il “quasi” tuttavia, è pesante: la differenza tra residui attivi e passivi rivela somme effettivamente erogate, uscite dalla cassa della Regione, a cui non corrispondono entrate effettive ma solo scritte sulla carta. Si tratta di 164,2 Meuro che si mangiano buona parte dell'avanzo presunto.

La domanda è: c'è un'idea realistica del “quando”, ovvero dei tempi necessari a incassare effettivamente quelle somme? O dovremmo chiederci anche se ci sia un'idea realistica del “se”?


Il dubbio sorge anche quando ci si accorge che a queste somme stanziate ma non erogate corrispondano il più delle volte destinazioni generiche agli uffici regionali della programmazione. Dove sono infatti collocati i residui passivi, cioè gli stanziamenti a cui non è seguito un pagamento per cassa, una specie di cambiale con la data in bianco? 181 Meuro ai “Servizi di gestione, monitoraggio, controllo e supporto istituzionale” 143 Meuro al “coordinamento delle attività del Direttore Generale” (più precisamente agli “Interventi di programmazione fondo aree sottoutilizzate, FAS 2007/2013), 270,8 alla “Programmazione regionale”, ovvero Fondi per Aree sottoutilizzate e depresse, per Intese di Programma e 104,5 Meuro per il finanziamento degli interventi sui fondi strutturali europei della programmazione 2007-2013, per finire con 60,2 Meuro di residui passivi sul Fondo Sociale Europeo.
In sostanza, non alimentano interventi ma fondi destinati ad interventi. Quando (e se?) saranno disponibili.

Ad un osservatore esterno non parrebbe un problema da poco. In una situazione di risorse scarse, quasi interamente vincolate, i margini di manovra sono affidati principalmente al finanziamento di progetti attraverso i fondi nazionali ed europei per il sostegno alle aree in ritardo (o, nella terminologia “europeese”, per la coesione e lo sviluppo). Se questi sono a loro volta in ritardo, mentre si procede ad anticiparli per far fronte alle emergenze “fuori programmazione”, i margini si assottigliano ulteriormente.

Come affronta la Giunta Iorio questo capitolo? Con un passaggio, di un rigo, nel documento di sintesi politica che accompagna la manovra, detto anche “Decisione di finanza pubblica”: al termine del capitolo 4.3 dedicato alla “Gestione delle entrate” si annuncia che “ulteriore attenzione sarà data alla gestione dei residui attivi soprattutto sul fronte delle entrate derivate” (a cui peraltro i residui attivi sono da ricondurre nella quasi totalità).
Merita, in effetti, ulteriore attenzione, se si considera che la loro entità supera quella dell'intero bilancio annuale!

Tornando al tema delle risorse su cui c'è un margine di manovra per la Regione per sostenere l'occupazione e lo sviluppo e, più in generale, per portare beneficio alla popolazione molisana, se tanto mi dà tanto, come suol dirsi, quindi se per il passato su quelle poste di bilancio si sono accumulati, per i crediti della Regione, ritardi a cui non si vede ancora quando si metterà fine, quale affidamento si potrà fare sulle ulteriori somme appostate per il 2012 su quelle stesse voci?
Non c'è più Tremonti all'Economia e il Paese intero attende di vedere i segni di un reale cambiamento. Ma con quali credenziali si presenta la Regione Molise all'appuntamento con il Governo centrale? Tramontata l'era dell'”amico Silvio” - parlamentare molisano, un tempo incensato per avere riversato (a detta del Governatore) enormi risorse sulla Regione che lo ha eletto, che ora il suo schieramento politico fa finta di non conoscere - l'unica via per spuntare qualche beneficio passa per la capacità di programmare rigorosamente interventi credibili, la cui efficacia possa essere, se non garantita, almeno bene argomentata (salvo che non si coltivino malsane speranze di disastri naturali).

I TAGLI AI COSTI DELLA POLITICA E AGLI SPRECHI IN GENERE

Su questo punto sembra quasi che ci siamo. Sforzo imponente: 43 articoli, su 78 di cui è composta la Legge Finanziaria, sono dedicati a tagliare i costi della politica. Cala la mannaia sulle indennità onorifiche, i gettoni di presenza, i rimborsi chilometrici. Uno sforzo poderoso. Qualche esempio: articolo 26, la partecipazione alle sedute della Consulta per la tutela e la valorizzazione del Cavallo Pentro è onorifica. Ai componenti residenti in un Comune diverso da quello ove ha sede la Consulta, è dovuto solo il rimborso delle spese e l'indennità chilometrica nella misura prevista per i funzionari regionali. Ma anche con la “Commissione per il recupero della tradizione dei Trabucchi della Costa Molisana” (articolo 44) non si scherza: “la partecipazione alle sedute è onorifica”, “la Giunta regionale può decidere di corrispondere a ciascun componente della consulta, che non sia dipendente regionale, il solo rimborso delle spese di viaggio (nessun obbligo, si intende, solo la possibilità di stringere la cinghia se fanno i cattivi), ai sensi della normativa regionale vigente in materia.” E se vi resta qualche dubbio potete continuare con la Consulta per i musei, archivi storici e biblioteche di Enti locali molisani (art. 46) o quella per i Tratturi (art.43).

Si sono attribuite elargizioni con eccessiva generosità? Il rigore impera, si riducono i contributi per le manifestazioni storiche e culturali autorizzate (Carresi et similia), così come quelli per l'apicultura. Anche questo elenco è nutrito, benché qua e là spunti la “manina” miracolosa a dare protezione e salvezza, come per l'Orchestra Stabile del Molise (art. 39) su cui, nel post precedente, citavo il maestro Albanese, che la definisce, con dovizia di argomenti, una “baggianata”, ovvero per il VI centenario del ritrovamento della statua lignea della Madonna della Libera in Cercemaggiore (art. 75).

Gli aspetti più delicati del riordino (Comunità Montane ed Enti Locali, delega di funzioni alle Province in materia di lavoro, proprio quando stanno per essere ricondotte a enti di secondo livello, Enti strumentali e società partecipate) sono demandati ad atti successivi. Qualcuna delle formulazioni usate sembra fatta apposta per suscitare sospetti malevoli sulle reali intenzioni. Una per tutte: “la Giunta regionale è autorizzata a fissare i criteri per la determinazione dei compensi degli amministratori delle società controllate dalla Regione in funzione del loro contenimento...”. - sarebbe già qualcosa, ma non finisce lì, segue un secondo criterio - “... e della loro adeguatezza”. A buon intenditor ...

Anche il nuovo criterio per la revisione delle spese superflue, la spending review, ricognizione minuziosa che deve prendere il posto dei tagli lineari alla cieca, è rinviata ad un secondo momento. Non solo perché se ne devono attendere i risultati, come è ovvio, essendo una novità (ma al Ministero dell'Economia era partita già dalla prima manovra dell'anno). E' la partenza stessa ad essere ritardata, perché sarà un'apposita Commissione a condurla e per la sua istituzione la Giunta avrà bisogno di 30 giorni di tempo dall'entrata in vigore della legge e poi lavorerà nel corso dell'anno …

Si badi bene. Non si pensi che passare alla spending review presupponga necessariamente un iter quale quello adottato (approvazione di legge, Commissione, risultati, ulteriore legge) e che quei tempi siano quindi indispensabili. La nomina della Commissione è un atto che rientra nell'ambito amministrativo, solo gli atti finali richiedono una legge. C'era dunque la possibilità (teorica, mi rendo conto, in quanto presuppone anche una volontà politica) di portare in Finanziaria l'esito della ricognizione, non solo l'annuncio.

E' prevalsa però l'idea che si tratti di modifiche istituzionali che richiedono tempo e meditazione. La logica è anche, sembra di capire, che debbano essere sottratte alle pressioni emotive dell'onda di anti-politica che ha preso il sopravvento (chissà come mai!) in queste ultime fasi della vita politica nazionale.

La prudenza e l'attendismo non impediscono tuttavia di dare una risposta positiva ad una domanda che è emersa con grande vigore nel corso della campagna elettorale: si ponga fine allo scandalo dei vitalizi!

Trattandosi di diritti acquisiti, non si può ovviamente ledere la legittima aspettativa di chi ne è già titolare o di chi ne ha già maturato il diritto. Per i nuovi eletti però la mannaia cade senza esitazioni e l'articolo 9 segna uno spartiacque storico: “ dalla data di entrata in vigore della presente legge ai Consiglieri regionali non compete alcun assegno vitalizio”.
Si poteva fare di più? Della spending review e delle procedure adottate, si è detto. L'architettura istituzionale, barocca, fonte di sprechi e di clientele, resta sostanzialmente al riparo, anzi cresce: nel blog precedente mi occupo della neonata creatura, l'Agenzia europea, SEIDA, che l'Europa ignora. I redditi della Casta (spero nessuno arricci il naso per questa concessione al linguaggio dell'anti-politica) restano intatti. Della legge che impone riduzione dei consiglieri e degli assessori non si fa menzione (l'obbligo scatta dalla prossima legislatura, ma la facoltà è sempre concessa). Eppure si poteva fare molto di più.
Non solo gli emolumenti e le indennità di funzione potevano essere rivisti, come si è fatto per i vitalizi (vedi http://www.altromolise.it/notizia.php?argomento=politica&articolo=49881), ma si potevano adottare misure minime come l'abrogazione di indennità, come quella per i portaborse, adottando il criterio che l'Europa adotta (e dovrà farlo in tempi stretti il Parlamento italiano) di porli direttamente a carico dell'Istituzione e per tutti gli altri casi (a partire dai trasferimenti) di subordinarli a documentazione.
E non basta. Si è fatto un gran parlare dell'intangibilità dei diritti acquisiti, ma nessuno impediva di varare una legge che imponesse un “contributo di solidarietà”, temporaneo, in percentuale, a scaglioni, come si è fatto con legge nazionale, sia per gli emolumenti che per i vitalizi in essere. Ma sulla Casta nazionale sono accesi i riflettori e la stampa è all'attacco: quale stampa volete che si occupi, invece, degli Eletti di questa Regione baciata dalla fortuna di avere una stampa cortese e benevolente...
Conclusione. I tagli contenuti nel lungo elenco di articoli a ciò destinati sono risibili. I problemi più spinosi, quelli che potrebbero portare risorse di qualche entità significativa, sono rinviati a tempi migliori. A babbo morto, per dirla chiara e tonda.

ALMENO QUALCHE IDEA PER RILANCIARE L'ECONOMIA MOLISANA?

Detto delle incognite, almeno sui tempi, quanto all'effettiva disponibilità dei fondi per la programmazione e della timidezza (per non dire altro) con cui si è affrontato il tema degli sprechi e in particolare dei costi della politica e delle istituzioni, quali sono le scelte politiche operate sulle risorse per le quali la Giunta ha una certa libertà di manovra?
Cominciamo col dire che 120 milioni se ne vanno per istituzioni, personale, enti locali, spese di gestione. E' qui che si potevano operare tagli significativi, ma non sono stati fatti.
L'elenco delle risorse destinate al sistema economico e ai servizi sociali è il seguente:
  • agricoltura e pesca, fondi rustici, impianti di produzione energia, danni da calamità naturali e altri micro interventi ricevono risorse per 7,6 Meuro in tutto, di cui 2 assorbiti dagli enti pubblici competenti in materia;
  • 13,9 Meuro vanno agli interventi in materia ambientale, smaltimento rifiuti, anche in questo caso con un ticket di 1,5 Meuro per l'ARPAM.
  • all''industria (contratto di programma filiera agroalimentare e programmazione negoziata regionale) sono destinati 5,4 Meuro, mentre altri 5,1 Meuro sono spartiti tra commercio, artigianato, industria, energia e estrattive (spiccano solo 0,9 Meuro per l'imprenditoria femminile e 0,6 per i Cantieri Navali di Termoli)
  • 5,9 Meuro sono per turismo cultura e sport: spiccano, per 665mila €, i fondi statali per il progetto nazionale “Scegliitalia” e i molisani nel mondo (per 400mila), oltre al ticket per le APT.
  • alle politiche sociali, per l'istruzione e l'occupazione (“macro funzione obiettivo 5”) sono destinati rispettivamente 3,9, 2,0 e 2,3 Meuro. Su questi ultimi pesa il macigno dei 60,2 Meuro del FSE non spesi, a cui se ne aggiungono altri 10 di provenienza nazionale per la formazione continua, gli apprendisti, gli LSU rimasti anch'essi incagliati. Per l'esercizio 2012 con le poche risorse messe a bilancio si finanzia l'apprendistato per soli 358mila euro (il Molise è fanalino di coda in Italia per il ricorso a questo strumento), la formazione continua (alimentata dal contributo dello 0,3% del monte salari) per 538mila e l'inserimento delle persone diversamente abili per 323mila.
    Infine, restano le voci più consistenti, prima di arrivare alla sanità: quelle per la riqualificazione urbana, l'edilizia residenziale, privata e pubblica (11,6 Meuro, avendo però accumulato residui passivi per 39,7) e le politiche del territorio (20 Meuro, di cui 13,8 per opere idrauliche e di difesa del suolo e 4,5 per il servizio idrico integrato) e quelle per le infrastrutture: 59 Meuro, di cui 4,1 per la viabilità e 54,9 per i trasporti (tra cui, per 17,7 quelli ferroviari e per 6,4 per il trasporto urbano).


LA SANITA': C'E' ANCORA QUALCHE MARGINE DI INTERVENTO, OVVERO DI DECISIONE POLITICA?


Veniamo infine alla sanità. Alle “politiche per la salute” (funzione obiettivo 8) sono destinati 730,8 Meuro.
Per ogni abitante del Molise, in media, si sfiorano i 2.300 euro. Ogni anno. Proiettata sull'aspettativa di vita di un cittadino medio, la salute di ciascun molisano, dalla culla alla tomba, costa qualche spicciolo meno di 200.000 euro. Che ve ne sembra? Vi ci ritrovate (toccando ferro)? Vi sembra normale che per una famiglia di cinque persone si debba mettere in conto un milioncino di euro? Sapevate di costare tanto? Pensate di averne un adeguato tornaconto?
Ma poi, da dove vengono questi soldi? Considerando che dal Fondo sanitario nazionale arrivano 243,4 milioni, la differenza sfiora i 500 milioni. In altre parole, di quei 2.300 euro all'anno che il Molise spende per ciascun cittadino 765 li mette lo stato, il resto la regione.
C'è qualche margine? Se si tiene conto delle cifre che abbiamo esposto fin qui, considerando le poste di spesa vincolate e quelle su cui lo Stato fa funzionare i rubinetti col contagocce, il margine non si può limitare al taglio delle spese di funzionamento. Abbiamo visto che si tratta di 120 Meuro, di cui circa 50 per il personale. Un taglio del 30% (mica poco, tanto più se si pensa che questa Finanziaria taglia solo gli spiccioli!) sui rimanenti 70 porta circa 20 milioni. Quanto si può tagliare sulla sanità?
Il discorso merita di essere ripreso nel dettaglio e nello specifico. La sanità è un tema troppo importante e troppo complesso per essere trattato con superficialità. E' però possibile adottare un benchmark, come si dice in gergo, un punto di riferimento concreto da emulare, che possa fare da obiettivo.
Ebbene, le regioni italiane più virtuose, distribuite peraltro principalmente al sud erano, nel 2008 (ultimo dato disponibile) Calabria, Sicilia, Campania, Sardegna e Marche, tutte con una spesa inferiore ai 1.700 euro, quando il Molise si attestava sui 2.033 euro. Arrivare a quei livelli significherebbe risparmiare la bellezza di 115 Meuro, dunque triplicare la disponibilità di risorse non vincolate. Ma anche solo collocarsi sulla media nazionale (di 1.787 euro) significherebbe più che raddoppiarla, liberando 82 Meuro.


UNA PRIMA CONCLUSIONE. UN'ALTRA POLITICA E' POSSIBILE. CON ALTRI POLITICI?


Cominciamo dunque a tirare qualche somma. Mettere la Regione Molise nelle condizioni di sostenere lo sviluppo dell'economia e della società di cui è espressione e di cui dovrebbe essere guida politica, è possibile, non è un sogno a occhi aperti. Tra risparmi sui costi dell'apparato istituzionale (entro cui rientrano quelli definibili più strettamente come costi della politica) erisparmi sulla spesa sanitaria è possibile attestarsi su un fabbisogno di 100 milioni di euro inferiore all'attuale per le spese vincolate e liberare quelle risorse per la società e l'economia molisana.
A questo si dovrebbe aggiungere un modo radicalmente diverso rispetto al passato di impiegare le risorse provenienti dalla programmazione nazionale e comunitaria, posto che il flusso di cassa sia alimentato con "soldi veri", come suol dirsi, e non virtuali.
C'è un'idea alternativa su come potrebbero essere impiegate quelle risorse? Certo che c'è. Serve una progettualità politica che sappia individuare i sentieri di uno sviluppo sostenibile, eco-compatibile e al tempo stesso tale da creare beni e servizi appetibili non solo per i consumatori molisani ma per il mondo. E che sappia cogliere i punti di disagio e di sofferenza sociale per finanziare non un puro e semplice risarcimento (inevitabile e dunque da concedere quando le alternative non sono efficaci) ma un sostegno per una strategia di uscita e di superamento delle crisi. Quella progettualità esiste, è al lavoro, ha prodotto risultati importanti (in termini di idee e progetti ma anche, in qualche caso, di pratiche sperimentate) da cui si può partire.
Non è stata intercettata e non se ne vede traccia nel documento fondamentale di questa Giunta, dopo dieci anni ininterrotti di governo della Regione Molise.
Il discorso va ripreso. Il prossimo appuntamento con i temi della politica molisana, il mese prossimo, sarà dedicato a questo tema.