[16
gennaio – 23 gennaio]
Il
Consiglio Regionale del Molise discute la Finanziaria presentata
dalla Giunta Iorio.
Dopo
dieci anni di governo è il documento base per qualunque giudizio
sull'operato di questa amministrazione.
Ne
propongo un esame attraverso la messa a fuoco di alcuni aspetti
fondamentali.
A
partire dalla trasparenza: come sta VERAMENTE la finanza regionale?
I
costi della politica: c'è davvero l'intenzione di tagliare?
L'economia
molisana: c'è una qualche idea su come rilanciarla?
La
sanità: c'è ancora qualche margine di intervento, ovvero di
decisione politica?
Conoscere
per decidere. Decidere di cambiare
PREMESSA.
IL SIGNIFICATO DELLA LEGGE FINANZIARIA REGIONALE
Una
Legge Finanziaria rappresenta senza dubbio l'atto politico più rilevante,
tra tutti quelli che un
governo possa produrre, almeno nell'ambito ordinario. Articolata in "Legge di bilancio", "Legge Finanziaria" propriamente detta, ovvero norme di legge contenenti effetti sul bilancio, e "Proposta di decisione", ovvero documento di sintesi politica, è la traduzione operativa, per un esercizio annuale, del suo programma politico, con riflessi su
un intero triennio.
Per
una Giunta come quella del Presidente Iorio, che si presenta in
continuità con un'esperienza di governo che risale al 2001, non è
solo un progetto ma un bilancio consuntivo. Il fatto che le elezioni
politiche (nazionali e regionali) si tengano normalmente in primavera
fa sì che quel documento sia in genere preso a base per un giudizio
politico. In Molise si è appena votato ma, considerato che vi sono
concrete possibilità che si torni a votare a breve, la lettura dei
documenti è un esercizio di indubbia importanza e utilità.
Tuttavia,
se c'è una legge su cui l'esercizio della critica è arduo è
proprio la finanziaria. La parte normativa consiste in gran parte di
modifiche a leggi vigenti che risultano incomprensibili se non si va
a ricercare il testo originario e a interpretare il significato del
codicillo modificato (spesso solo un numero, o una data). Non
parliamo della legge di bilancio: 307 pagine di tabelle tra entrate e
uscite di cui il più delle volte il significato reale è
incomprensibile (anche quando rinvia a leggi, comunque da
rintracciare, i cui effetti di spesa sono assai poco chiari).
Al problema sembrano sensibili i governanti, anche in Molise. Ecco allora la soluzione: accompagnare questi testi per iniziati con un documento di natura politica che faccia sintesi, spieghi la logica delle scelte e fornisca i numeri base, quelli che permettono di farsi un'idea delle quantità in gioco. A questo serve la “Decisione di Finanza Pubblica 2012”. Peccato, però, che questo documento sia assolutamente inattendibile e richieda quanto meno un riscontro con le leggi che dovrebbe sintetizzare. Siamo quindi al punto di partenza.
Per
inciso, il documento di sintesi si presenta molto male sin
dall'esordio. Parte infatti con una descrizione del contesto
socio-economico molto lacunosa e imprecisa. Per la parte riguardante
occupazione e mercato del lavoro, poi, è qualcosa di peggio. E' del
tutto surreale. Dati nazionali confusi con quelli regionali,
percentuali prese chissà dove, insomma non c'è un solo dato (lo
affermo senza timore di essere contraddetto), non uno solo che sia
giusto.
Capita
a tutti di sbagliare. Non azzeccarne una è un po' peggio. Nella
fretta gli uffici possono aver lavorato male, non è il caso di
criminalizzare nessuno. Ma ne viene fuori il quadro di un modo cialtronesco - non trovo altro aggettivo - di produrre un documento di questa importanza. E'
infatti del tutto chiaro che nessuno lo ha mai riletto. Ci si può
confondere tra 8,6% e 11% per la disoccupazione, ma non si può
leggere la cifra di oltre due milioni di disoccupati in Molise senza
sobbalzare sulla sedia, o un aumento di occupazione di 53.000 unità
in una regione che conta poco più di centomila occupati (sono,
ovviamente, dati nazionali passati per regionali).
Tornando all'argomento generale, come
fare per affrontare un tema così arduo? Nelle righe che seguono tento di accompagnare il lettore in una
disamina della legge che vada un po' oltre la sintesi di comodo
proposta dalla Giunta, cercando di rendere meno “iniziatica”
possibile l'esposizione.
Giuro che non si tratta di un compito facile e so bene che non è neppure facile per chi legge seguire questo percorso. Tanto più che dovrebbe essere solo il primo passo verso un impegno ancora più arduo, consistente nell'andare alla fonte (http://www3.regione.molise.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/4954), per provare a formarsi un giudizio in autonomia.
Mi auguro che il prodotto possa risultare utile.
LO
STATO DELLA FINANZA REGIONALE
La
Giunta Regionale del Molise porta all'approvazione una proposta di
Legge Finanziaria in cui sono previste per il 2012 entrate per
1.538,6
milioni di euro (cui dovrebbe sommarsi un avanzo presunto
dell'esercizio 2011 per altri 224,7 Meuro).
Di
questa somma, 429,3 Meuro rappresentano della partite di giro: somme
per le quali la Regione svolge un compito simile agli uffici di
Money Transfer, senza però avere diritto a provvigioni: ritenute
alla fonte (su dipendenti, collaboratori ecc.) da girare al Fisco,
anticipazioni del Fondo sanitario e del cofinanziamento statale sui
programmi europei.
La
somma che possiamo considerare nell'effettiva, libera disponibilità della Regione, non vincolata e non derivante da programmi statali e comunitari (tributi propri, ossia IRAP, quota
di IVA e IRPEF, accise benzina ecc.) è all'incirca della stessa
entità: 429,8 Meuro, a cui si aggiungono “compensazioni minori entrate” (si tratta del fondo perequativo nazionale, cioè del “federalismo solidale”) per 302,1 Meuro.
Per
il resto, si tratta di 73,2 Meuro
“rivenienti
dalle restituzioni di somme
anticipate sul Fondo Sviluppo e Coesione 2007/2013” e di 585,6
Meuro derivanti dallo Stato a vario titolo: per il Fondo Sanitario
(52 Meuro tra parte corrente e in conto capitale), viabilità e
trasporti (29 Meuro in tutto) e altre voci minori a destinazione
vincolata e, di nuovo, Fondo Sviluppo e Coesione
e cofinanziamento progetti UE. Infine, direttamente dall'Unione
Europea sono previsti finanziamenti per 22 Meuro sulla
programmazione 2007-2013.
Qui
sorge però un problema e si rende necessaria una digressione,
riguardante i residui attivi, che sono somme attribuite sulla carta,
“per competenza” (come si dice in gergo tecnico) ma mai entrate,
fin qui, nelle casse della Regione. Tributi propri a parte, per le
somme più cospicue (fondo perequativo, Fondi FAS per Sviluppo e
Coesione e cofinanziamento fondi europei) la Regione dichiara un
ammontare di residui attivi per la bellezza di 1.439,9 Meuro.
Non
è un mistero che la politica dei tagli del Gran Ministro
dell'Economia Giulio Tremonti è consistita essenzialmente nel
chiudere i rubinetti del flusso di cassa, rendendo del tutto
virtuali gli impegni di spesa, in particolare quelli verso gli Enti
Locali e verso famiglie e imprese. Nel precedente post riprendevo la
stima, pubblicata dal Sole 24-Ore, dei costi del solo ritardo nei
pagamenti da parte del sistema sanitario, per il quale il Molise
vanta il triste primato nazionale di 734 giorni medi di attesa.
Come
ci si deve attendere, a fronte di questi residui attivi registriamo
in effetti residui passivi per un importo quasi altrettanto
considerevole (1.275,7 Meuro).
Il
“quasi” tuttavia, è pesante: la differenza tra residui attivi e
passivi rivela somme effettivamente erogate, uscite dalla cassa
della Regione, a cui non corrispondono entrate effettive ma solo
scritte sulla carta. Si tratta di 164,2 Meuro che si mangiano buona
parte dell'avanzo presunto.
La
domanda è: c'è un'idea realistica del “quando”, ovvero dei
tempi necessari a incassare effettivamente quelle somme? O dovremmo
chiederci anche se ci sia un'idea realistica del “se”?
Il dubbio sorge anche quando ci si accorge che a queste somme stanziate ma non erogate corrispondano il più delle volte destinazioni generiche agli uffici regionali della programmazione. Dove sono infatti collocati i residui passivi, cioè gli stanziamenti a cui non è seguito un pagamento per cassa, una specie di cambiale con la data in bianco? 181 Meuro ai “Servizi di gestione, monitoraggio, controllo e supporto istituzionale” 143 Meuro al “coordinamento delle attività del Direttore Generale” (più precisamente agli “Interventi di programmazione fondo aree sottoutilizzate, FAS 2007/2013), 270,8 alla “Programmazione regionale”, ovvero Fondi per Aree sottoutilizzate e depresse, per Intese di Programma e 104,5 Meuro per il finanziamento degli interventi sui fondi strutturali europei della programmazione 2007-2013, per finire con 60,2 Meuro di residui passivi sul Fondo Sociale Europeo.
In
sostanza, non alimentano interventi ma fondi destinati ad
interventi. Quando (e se?) saranno disponibili.
Ad
un osservatore esterno non parrebbe un problema da poco. In una
situazione di risorse scarse, quasi interamente vincolate, i margini
di manovra sono affidati principalmente al finanziamento di progetti
attraverso i fondi nazionali ed europei per il sostegno alle aree in
ritardo (o, nella terminologia “europeese”, per la coesione e lo
sviluppo). Se questi sono a loro volta in ritardo, mentre si procede
ad anticiparli per far fronte alle emergenze “fuori
programmazione”, i margini si assottigliano ulteriormente.
Come
affronta la Giunta Iorio questo capitolo? Con un passaggio, di un
rigo, nel documento di sintesi politica che accompagna la manovra,
detto anche “Decisione di finanza pubblica”: al termine del
capitolo 4.3 dedicato alla “Gestione delle entrate” si annuncia
che “ulteriore attenzione sarà data alla gestione dei residui
attivi soprattutto sul fronte delle entrate derivate” (a cui
peraltro i residui attivi sono da ricondurre nella quasi totalità).
Merita,
in effetti, ulteriore attenzione, se si considera che la loro entità
supera quella dell'intero bilancio annuale!
Tornando
al tema delle risorse su cui c'è un margine di manovra per la
Regione per sostenere l'occupazione e lo sviluppo e, più in
generale, per portare beneficio alla popolazione molisana, se tanto
mi dà tanto, come suol dirsi, quindi se per il passato su quelle
poste di bilancio si sono accumulati, per i crediti della Regione,
ritardi a cui non si vede ancora quando si metterà fine, quale
affidamento si potrà fare sulle ulteriori somme appostate per il
2012 su quelle stesse voci?
Non
c'è più Tremonti all'Economia e il Paese intero attende di vedere i
segni di un reale cambiamento. Ma con quali credenziali si presenta
la Regione Molise all'appuntamento con il Governo centrale?
Tramontata l'era dell'”amico Silvio” - parlamentare molisano, un
tempo incensato per avere riversato (a detta del Governatore) enormi
risorse sulla Regione che lo ha eletto, che ora il suo schieramento
politico fa finta di non conoscere - l'unica via per spuntare qualche
beneficio passa per la capacità di programmare rigorosamente
interventi credibili, la cui efficacia possa essere, se non
garantita, almeno bene argomentata (salvo che non si coltivino
malsane speranze di disastri naturali).
I
TAGLI AI COSTI DELLA POLITICA E AGLI SPRECHI IN GENERE
Su
questo punto sembra quasi che ci siamo. Sforzo imponente: 43
articoli, su 78 di cui è composta la Legge Finanziaria, sono
dedicati a tagliare i costi della politica. Cala la mannaia sulle
indennità onorifiche, i gettoni di presenza, i rimborsi
chilometrici. Uno sforzo poderoso. Qualche esempio: articolo 26, la
partecipazione
alle sedute della Consulta per la tutela e la valorizzazione del
Cavallo Pentro è onorifica. Ai componenti residenti in un Comune
diverso da quello ove ha sede la Consulta, è dovuto solo il
rimborso delle spese e l'indennità chilometrica nella misura
prevista per i funzionari regionali. Ma anche con la “Commissione
per
il
recupero della tradizione dei Trabucchi della Costa Molisana”
(articolo
44) non si scherza: “la partecipazione alle sedute è onorifica”,
“la Giunta regionale può decidere di corrispondere a ciascun
componente della consulta, che non sia dipendente regionale, il solo
rimborso delle spese di viaggio (nessun obbligo, si intende, solo la
possibilità di stringere la cinghia se fanno i cattivi), ai sensi
della normativa regionale vigente in materia.” E se vi resta
qualche dubbio potete continuare con la Consulta per
i musei,
archivi storici e biblioteche di Enti locali
molisani (art. 46) o quella per i Tratturi (art.43).
Si
sono attribuite elargizioni con eccessiva generosità? Il rigore
impera, si riducono i contributi per le manifestazioni storiche e
culturali autorizzate (Carresi et similia), così come quelli per
l'apicultura. Anche questo elenco è nutrito, benché qua e là
spunti la “manina” miracolosa a dare protezione e salvezza, come
per l'Orchestra Stabile del Molise (art. 39) su cui, nel post
precedente, citavo il maestro Albanese, che la definisce, con
dovizia di argomenti, una “baggianata”, ovvero per
il VI
centenario del ritrovamento della statua lignea della Madonna della
Libera in Cercemaggiore (art. 75).
Gli
aspetti più delicati del riordino (Comunità Montane ed Enti
Locali, delega di funzioni alle Province in materia di lavoro,
proprio quando stanno per essere ricondotte a enti di secondo
livello, Enti strumentali e società partecipate) sono demandati ad
atti successivi. Qualcuna delle formulazioni usate sembra fatta
apposta per suscitare sospetti malevoli sulle reali intenzioni. Una
per tutte: “la
Giunta regionale è autorizzata a fissare i
criteri per la determinazione dei compensi degli amministratori
delle società controllate dalla Regione in funzione del loro
contenimento...”. - sarebbe già qualcosa, ma non finisce lì,
segue un secondo criterio - “... e della loro adeguatezza”. A
buon intenditor ...
Anche
il nuovo criterio per la revisione delle spese superflue, la
spending review, ricognizione minuziosa che deve prendere il posto
dei tagli lineari alla cieca, è rinviata ad un secondo momento. Non
solo perché se ne devono attendere i risultati, come è ovvio,
essendo una novità (ma al Ministero dell'Economia era partita già
dalla prima manovra dell'anno). E' la partenza stessa ad essere
ritardata, perché sarà un'apposita Commissione a condurla e per
la sua istituzione la Giunta avrà bisogno di 30 giorni di tempo
dall'entrata in vigore della legge e poi lavorerà nel corso
dell'anno …
Si
badi bene. Non si pensi che passare alla spending review presupponga
necessariamente un iter quale quello adottato (approvazione di
legge, Commissione, risultati, ulteriore legge) e che quei tempi
siano quindi indispensabili. La nomina della Commissione è un atto
che rientra nell'ambito amministrativo, solo gli atti finali
richiedono una legge. C'era dunque la possibilità (teorica, mi
rendo conto, in quanto presuppone anche una volontà politica) di
portare in Finanziaria l'esito della ricognizione, non solo
l'annuncio.
E'
prevalsa però l'idea che si tratti di modifiche istituzionali che
richiedono tempo e meditazione. La logica è anche, sembra di
capire, che debbano essere sottratte alle pressioni emotive
dell'onda di anti-politica che ha preso il sopravvento (chissà come
mai!) in queste ultime fasi della vita politica nazionale.
La
prudenza e l'attendismo non impediscono tuttavia di dare una
risposta positiva ad una domanda che è emersa con grande vigore nel
corso della campagna elettorale: si ponga fine allo scandalo dei
vitalizi!
Trattandosi
di diritti acquisiti, non si può ovviamente ledere la legittima
aspettativa di chi ne è già titolare o di chi ne ha già maturato
il diritto. Per i nuovi eletti però la mannaia cade senza
esitazioni e l'articolo 9 segna uno spartiacque storico: “ dalla
data di entrata in vigore della presente legge ai Consiglieri
regionali non compete
alcun assegno vitalizio”.
Si
poteva fare di più? Della spending review e delle procedure
adottate, si è detto. L'architettura istituzionale, barocca, fonte
di sprechi e di clientele, resta sostanzialmente al riparo, anzi
cresce: nel blog precedente mi occupo della neonata creatura,
l'Agenzia europea, SEIDA, che l'Europa ignora. I redditi della Casta
(spero nessuno arricci il naso per questa concessione al linguaggio
dell'anti-politica) restano intatti. Della legge che impone riduzione
dei consiglieri e degli assessori non si fa menzione (l'obbligo
scatta dalla prossima legislatura, ma la facoltà è sempre
concessa). Eppure si poteva fare molto di più.
Non
solo gli emolumenti e le indennità di funzione potevano essere
rivisti, come si è fatto per i vitalizi (vedi
http://www.altromolise.it/notizia.php?argomento=politica&articolo=49881),
ma si potevano adottare misure minime come l'abrogazione di
indennità, come quella per i portaborse, adottando il criterio che
l'Europa adotta (e dovrà farlo in tempi stretti il Parlamento
italiano) di porli direttamente a carico dell'Istituzione e per tutti
gli altri casi (a partire dai trasferimenti) di subordinarli a
documentazione.
E
non basta. Si è fatto un gran parlare dell'intangibilità dei
diritti acquisiti, ma nessuno impediva di varare una legge che
imponesse un “contributo di solidarietà”, temporaneo, in
percentuale, a scaglioni, come si è fatto con legge nazionale, sia
per gli emolumenti che per i vitalizi in essere. Ma sulla Casta
nazionale sono accesi i riflettori e la stampa è all'attacco: quale
stampa volete che si occupi, invece, degli Eletti di questa Regione
baciata dalla fortuna di avere una stampa cortese e benevolente...
Conclusione.
I tagli contenuti nel lungo elenco di articoli a ciò destinati sono
risibili. I problemi più spinosi, quelli che potrebbero portare
risorse di qualche entità significativa, sono rinviati a tempi
migliori. A babbo morto, per dirla chiara e tonda.
ALMENO
QUALCHE IDEA PER RILANCIARE L'ECONOMIA MOLISANA?
Detto
delle incognite, almeno sui tempi, quanto all'effettiva disponibilità
dei fondi per la programmazione e della timidezza (per non dire
altro) con cui si è affrontato il tema degli sprechi e in
particolare dei costi della politica e delle istituzioni, quali sono
le scelte politiche operate sulle risorse per le quali la Giunta ha
una certa libertà di manovra?
Cominciamo
col dire che 120 milioni se ne vanno per istituzioni, personale, enti
locali, spese di gestione. E' qui che si potevano operare tagli
significativi, ma non sono stati fatti.
L'elenco
delle risorse destinate al sistema economico e ai servizi sociali è
il seguente:
- agricoltura e pesca, fondi rustici, impianti di produzione energia, danni da calamità naturali e altri micro interventi ricevono risorse per 7,6 Meuro in tutto, di cui 2 assorbiti dagli enti pubblici competenti in materia;
- 13,9 Meuro vanno agli interventi in materia ambientale, smaltimento rifiuti, anche in questo caso con un ticket di 1,5 Meuro per l'ARPAM.
- all''industria (contratto di programma filiera agroalimentare e programmazione negoziata regionale) sono destinati 5,4 Meuro, mentre altri 5,1 Meuro sono spartiti tra commercio, artigianato, industria, energia e estrattive (spiccano solo 0,9 Meuro per l'imprenditoria femminile e 0,6 per i Cantieri Navali di Termoli)
- 5,9 Meuro sono per turismo cultura e sport: spiccano, per 665mila €, i fondi statali per il progetto nazionale “Scegliitalia” e i molisani nel mondo (per 400mila), oltre al ticket per le APT.
- alle politiche sociali, per l'istruzione e l'occupazione (“macro funzione obiettivo 5”) sono destinati rispettivamente 3,9, 2,0 e 2,3 Meuro. Su questi ultimi pesa il macigno dei 60,2 Meuro del FSE non spesi, a cui se ne aggiungono altri 10 di provenienza nazionale per la formazione continua, gli apprendisti, gli LSU rimasti anch'essi incagliati. Per l'esercizio 2012 con le poche risorse messe a bilancio si finanzia l'apprendistato per soli 358mila euro (il Molise è fanalino di coda in Italia per il ricorso a questo strumento), la formazione continua (alimentata dal contributo dello 0,3% del monte salari) per 538mila e l'inserimento delle persone diversamente abili per 323mila.Infine, restano le voci più consistenti, prima di arrivare alla sanità: quelle per la riqualificazione urbana, l'edilizia residenziale, privata e pubblica (11,6 Meuro, avendo però accumulato residui passivi per 39,7) e le politiche del territorio (20 Meuro, di cui 13,8 per opere idrauliche e di difesa del suolo e 4,5 per il servizio idrico integrato) e quelle per le infrastrutture: 59 Meuro, di cui 4,1 per la viabilità e 54,9 per i trasporti (tra cui, per 17,7 quelli ferroviari e per 6,4 per il trasporto urbano).
LA
SANITA': C'E' ANCORA QUALCHE MARGINE DI INTERVENTO, OVVERO DI
DECISIONE POLITICA?
Veniamo
infine alla sanità. Alle “politiche per la salute” (funzione
obiettivo 8) sono destinati 730,8 Meuro.
Per
ogni abitante del Molise, in media, si sfiorano i 2.300 euro. Ogni
anno. Proiettata sull'aspettativa di vita di un cittadino medio, la
salute di ciascun molisano, dalla culla alla tomba, costa qualche
spicciolo meno di 200.000 euro. Che ve ne sembra? Vi ci ritrovate
(toccando ferro)? Vi sembra normale che per una famiglia di cinque
persone si debba mettere in conto un milioncino di euro? Sapevate di
costare tanto? Pensate di averne un adeguato tornaconto?
Ma
poi, da dove vengono questi soldi? Considerando che dal Fondo
sanitario nazionale arrivano 243,4 milioni, la differenza sfiora i
500 milioni. In altre parole, di quei 2.300 euro all'anno che il
Molise spende per ciascun cittadino 765 li mette lo stato, il resto
la regione.
C'è
qualche margine? Se si tiene conto delle cifre che abbiamo esposto
fin qui, considerando le poste di spesa vincolate e quelle su cui lo
Stato fa funzionare i rubinetti col contagocce, il margine non si può
limitare al taglio delle spese di funzionamento. Abbiamo visto che si
tratta di 120 Meuro, di cui circa 50 per il personale. Un taglio del
30% (mica poco, tanto più se si pensa che questa Finanziaria taglia
solo gli spiccioli!) sui rimanenti 70 porta circa 20 milioni. Quanto
si può tagliare sulla sanità?
Il
discorso merita di essere ripreso nel dettaglio e nello specifico. La
sanità è un tema troppo importante e troppo complesso per essere
trattato con superficialità. E' però possibile adottare un
benchmark, come si dice in gergo, un punto di riferimento concreto da
emulare, che possa fare da obiettivo.
Ebbene,
le regioni italiane più virtuose, distribuite peraltro
principalmente al sud erano, nel 2008 (ultimo dato disponibile)
Calabria, Sicilia, Campania, Sardegna e Marche, tutte con una spesa
inferiore ai 1.700 euro, quando il Molise si attestava sui 2.033
euro. Arrivare a quei livelli significherebbe risparmiare la bellezza
di 115 Meuro, dunque triplicare la disponibilità di risorse non
vincolate. Ma anche solo collocarsi sulla media nazionale (di 1.787
euro) significherebbe più che raddoppiarla, liberando 82 Meuro.
UNA
PRIMA CONCLUSIONE. UN'ALTRA POLITICA E' POSSIBILE. CON ALTRI
POLITICI?
Cominciamo
dunque a tirare qualche somma. Mettere la Regione Molise nelle
condizioni di sostenere lo sviluppo dell'economia e della società di
cui è espressione e di cui dovrebbe essere guida politica, è
possibile, non è un sogno a occhi aperti. Tra risparmi sui costi
dell'apparato istituzionale (entro cui rientrano quelli definibili
più strettamente come costi della politica) erisparmi sulla spesa
sanitaria è possibile attestarsi su un fabbisogno di 100 milioni di
euro inferiore all'attuale per le spese vincolate e liberare quelle
risorse per la società e l'economia molisana.
A questo si dovrebbe aggiungere un modo radicalmente diverso rispetto al passato di impiegare le risorse provenienti dalla programmazione nazionale e comunitaria, posto che il flusso di cassa sia alimentato con "soldi veri", come suol dirsi, e non virtuali.
A questo si dovrebbe aggiungere un modo radicalmente diverso rispetto al passato di impiegare le risorse provenienti dalla programmazione nazionale e comunitaria, posto che il flusso di cassa sia alimentato con "soldi veri", come suol dirsi, e non virtuali.
C'è
un'idea alternativa su come potrebbero essere impiegate quelle
risorse? Certo che c'è. Serve una progettualità politica che sappia
individuare i sentieri di uno sviluppo sostenibile, eco-compatibile e
al tempo stesso tale da creare beni e servizi appetibili non solo per
i consumatori molisani ma per il mondo. E che sappia cogliere i punti
di disagio e di sofferenza sociale per finanziare non un puro e
semplice risarcimento (inevitabile e dunque da concedere quando le
alternative non sono efficaci) ma un sostegno per una strategia di
uscita e di superamento delle crisi. Quella progettualità esiste, è
al lavoro, ha prodotto risultati importanti (in termini di idee e
progetti ma anche, in qualche caso, di pratiche sperimentate) da cui
si può partire.
Non
è stata intercettata e non se ne vede traccia nel documento
fondamentale di questa Giunta, dopo dieci anni ininterrotti di
governo della Regione Molise.
Il
discorso va ripreso. Il prossimo appuntamento con i temi della
politica molisana, il mese prossimo, sarà dedicato a questo tema.