sabato 8 ottobre 2011

Ultime battute di campagna elettorale. L'attenzione è sul programma. Per governare

[5 ottobre - 11 ottobre]
Ultime battute di campagna elettorale per le regionali molisane.
La coalizione di centro-sinistra presenta il programma.
Smentiti clamorosamente i solerti propagandisti del centro-destra che davano per scontate chissà quali divisioni. Il programma è ricco, perfino dettagliato, e condiviso senza riserve da tutti i partiti della coalizione.
Non è un miracolo. E' il frutto di un lavoro paziente, durato a lungo, ben prima che iniziasse la campagna elettorale.
Su temi concreti, su problemi da risolvere.
In base a principi semplici, chiari, ben identificati e – qualcuno potrebbe sorprendersi – ben radicati nella tradizione politico-culturale dei vari filoni confluiti nella coalizione di centro-sinistra.
C'è solo stato bisogno di un cemento unificante: la voglia di vincere, il senso di responsabilità di fronte alla domanda di cambiamento che si leva sempre più forte dai cittadini molisani. Il segreto è tutto qui: nessuno ha voluto anteporre l'esigenza di riconoscibilità delle proprie formazioni all'interesse comune. E il progetto comune ha preso corpo.

ULTIME BATTUTE DI CAMPAGNA ELETTORALE PER LE REGIONALI DEL MOLISE. LA COALIZIONE DI CENTRO-SINISTRA PRESENTA IL PROGRAMMA

Le elezioni regionali in Molise sono alle porte. Si sente dire di una campagna elettorale “in tono minore”. Vero, perché chi ha sempre alzato il tono, investendo risorse ingenti in campagne di comunicazione martellanti, stavolta ha poco da dire. Le risorse sono sempre ingenti, anche perché non si fanno certo scrupolo di utilizzare le campagne istituzionali, pagate con i soldi dei cittadini, per magnificare l'operato dell'amministrazione uscente.
Ma per quante risorse si mettano in campo, alla fine il ritornello suonato in tutte le salse appare stonato.
Guardate quanti soldi siamo stati capaci di portare ancora una volta al Molise”.
Sono risorse solo assegnate e non trasferite. Sono risorse già ipotecate da anticipazioni rese necessarie per i buchi che si sono creati. Già queste due semplici tolgono gran parte dell'appeal che il messaggio potrebbe avere. Ma la stonatura più fastidiosa sta nel fatto che si canta vittoria per l'arrivo (annunciato) di quei soldi ma non si ha il coraggio di spiegare come saranno spesi. Perché anche stavolta dovrebbero essere ripetute le promesse delle due precedenti campagne elettorali e c'è qualche imbarazzo a farlo: sarebbe una palese ammissione di inadempienza. Dieci anni sono passati invano.
E poiché nessuna realtà economica, neppure la più piccola regione, si può permettere il lusso di buttare via dieci anni, confessare questa inadempienza significherebbe (auto)certificare il fallimento di questa amministrazione e di un'intera “classe di governo”.
Senza contare che il ritornello contiene una postilla che finora si fa di tutto per non esplicitare ma che sarà sempre più difficile, tra ora e il 16 ottobre, oscurare o cancellare: le risorse, per ipotetiche ed ipotecate che siano, non sono comunque assegnate al governo Iorio ma al governo che uscirà vincitore dalle elezioni. L'oggetto della partita dunque resta inesorabilmente quello di risultare più affidabile quanto a capacità di fare di quelle risorse un uso efficiente, per il bene di tutti e non di pochi.

Non per niente, ritorno su un concetto più volte espresso in questo blog, la campagna del centro-destra, poverissima di contenuti, prova a insistere con monotonia su concetti con cui si vorrebbe sviare l'attenzione dalla posta in gioco (e quindi dai risultati fallimentari di questi dieci anni): il candidato Frattura non è coerente con la sua storia (con quella di undici anni fa, come se nel frattempo le lancette del tempo di fossero fermate); il candidato Frattura è un'incognita, mentre noi avremo pure commesso errori ma non vi riserveremo sorprese (come se non ci fosse un bisogno enorme di novità e perfino di sorprese); ma soprattutto, i sondaggi pubblicati fino al momento del “silenzio” stanno tutti a dimostrarlo, la campagna batte su un tasto: siamo più forti, abbiamo più consenso, il voto al candidato Frattura è un voto sprecato (aggiunta sottintesa: che potremmo farvi pagare caro...). Le intenzioni di voto hanno sempre mostrato un grande equilibrio, mentre le previsioni di vittoria premiavano Iorio. Sarà ancora così? Man mano che aumenta la presa del candidato e della coalizione si riduce anche il divario tra previsioni e intenzioni. E la dinamica che si può innestare può davvero riservare, quella sì, grosse sorprese, magari alquanto amare per il centro-destra.
Ultimo messaggio della campagna del centro-destra, in ordine di tempo, quello sulla mancanza del programma della coalizione di centro-sinistra: “Volete votare Frattura solo per la sua bella faccia? La coalizione è sempre stata litigiosa (ricordate l'Unione di Prodi?) non riuscirà mai a mettersi d'accordo.”
Invece no. Il programma della coalizione c'è. E non è solo belle parole ma impegni precisi. E' uscito da un percorso durato alcune settimane e non solo qualche ora. E' stato condiviso, senza fare ricorso a nessun “ghost writer” a pagamento che buttasse giù idee a cottimo ma riunendo intorno ai tavoli tematici esponenti delle varie forze della coalizione e delle varie aree di competenza che potevano dare un apporto di concretezza.

UN MIRACOLO? UNA MACEDONIA SENZA COERENZA? NO, IL FRUTTO DI UN LAVORO PAZIENTE SU CONTENUTI PROFONDAMENTE RADICATI NELLA TRADIZIONE POLITICO-CULTURALE DELLE FORZE DEL CENTRO-SINISTRA. TAGLIATI PERO' SULLE ESIGENZE DEL MOMENTO E DEL LUOGO, CON MOLTA CONCRETEZZA E SENZA PREGIUDIZI IDEOLOGICI

Qualcuno, non solo dal versante del centro-destra, potrà gridare al miracolo e sospettare chissà quale trucco. Una sommatoria di “desiderata” senza assi portanti e senza concretezza? Un brodo insipido, privo di sapore perché privo del coraggio necessario ad affrontare scelte complicate e rischiose, potenzialmente in grado alienare consensi?
Basta leggerlo per verificare se sia così (è sul sito del candidato Presidente, http://www.justinaflash.eu/sites/paolofrattura.it/files/documents/programma.pdf.
Credo che possa essere messa in risalto soprattutto una caratteristica del programma. Contiene un percorso di costruzione, a tappe, di una strategia di governo, indicando, insieme con gli obiettivi, modalità di realizzazione e tempi. E le modalità (in linea con quella che è l'esperienza principale di Frattura, alla guida della Camera di Commercio) sono fortemente improntate all'ascolto e alla condivisione. Fino a recuperare una parola chiave che negli anni del centro-destra al governo (in Italia e in Molise) era diventata una bestemmia: la concertazione.
Altri due aspetti vorrei mettere in rilievo: l'indicazione precisa (anche quantificata) del modo di attuare una consistente riduzione dei costi della politica e dell'apparato pubblico in genere, senza sacrificare quantità e qualità dei servizi pubblici erogati; la priorità data al tema della creazione di nuova occupazione come risultato di una crescita sana (tale da reggere alla prova del mercato e della concorrenza) e sostenibile. Merito, competenza, trasparenza sono parole classiche della sinistra democratica che ritrovano un posto centrale.
Tra il dire e il fare, si potrà dire, con quel che segue. Vero, ma il fatto che certe cose si abbia in genere ritegno perfino a dirle vorrà pur significare qualcosa. Dirle, e metterci la faccia, come si dice, è pur sempre una novità.
Come si è arrivati, in definitiva, a questo risultato (se non appare banale)? Mi sentirei di dare, da testimone diretto, una semplice risposta: c'è stato bisogno di un solo elemento unificante, la voglia di vincere, il senso di responsabilità di fronte alla domanda di cambiamento che si leva sempre più forte dai cittadini molisani.
Il segreto è tutto qui: nessuno ha voluto anteporre l'esigenza di riconoscibilità delle proprie formazioni all'interesse comune. E il progetto comune ha preso corpo.
Con la presentazione del programma Viene dunque soddisfatta una delle più importanti condizioni necessarie per vincere. Non l'unica, non sufficiente, sia chiaro. Aiuta però, nel rush finale, a crederci.