giovedì 23 giugno 2011

Parte la corsa per le primarie di centro-sinistra. Cosa chiedere ai candidati

[22 giugno - 28 giugno]
Ci siamo. Sono state convocate le primarie del centro-sinistra per le elezioni Regionali. E' una buona notizia e un buon segnale: la lezione delle provinciali è servita.
Ora non si può sbagliare nella scelta del candidato. Deve avere i numeri per vincere le elezioni, dopo aver vinto le primarie. Come scegliere?
Si deve imporre ai candidati di parlare chiaro, di rispondere alle domande, di tirare fuori idee.
Alcuni requisiti sono indispensabili: credibilità personale; orientamento al risultato (= alla vittoria).
Ma devono essere capaci di dare un significato comprensibile e convincente a una svolta che tutti vogliono ma pochi sanno descrivere.
Il cuore della svolta? Lavoro e sviluppo. Ambiente e territorio. Legalità.

E' L'ORA DEL MOLISE. LE PROSSIME ELEZIONI POLITICHE SI SVOLGONO QUI

La macchina elettorale per le elezioni regionali di novembre si è messa in moto nel campo del centro-sinistra. Appena archiviato il risultato del referendum, con la soddisfazione di aver registrato in Molise una partecipazione più alta della media nazionale, i partiti del centro-sinistra si sono messi in moto.
Con due novità. Gli incontri hanno seguito un calendario serrato (tutt'altra musica rispetto all'adagio delle provinciali). La partecipazione è stata aperta anche ad altre formazioni ed associazioni.
Primo risultato, la decisione di indire le primarie per il prossimo 11 settembre. Dal 24 giugno parte la raccolta delle firme per gli aspiranti candidati.
E' un ottimo segnale. La lezione delle provinciali è servita. Se in Molise il vento di novità che si è alzato nel Paese non si è tradotto in un risultato vincente, una delle ragioni principali sta nel non aver tenuto le primarie: di questo sembra che si sia finalmente presa coscienza. Non si sono motivati gli elettori, non si è accorciata la distanza che separa i cittadini dalle forze politiche organizzate.

Per le Regionali non si ripeterà il medesimo errore.
E' un primo risultato, ma non è tutto. Come proseguire?

SOTTO GLI OCCHI DEL PAESE. LA RESPONSABILITA' DI NON SBAGLIARE E' DIVENTATA PIU' PESANTE

Senza farci illusioni pericolose sul “Molise regione laboratorio”, non ci si può nascondere che aumenta il peso delle responsabilità: guai a sbagliare le mosse, a partire dalla prima, la scelta del candidato.
Non sarò né elettore né candidato, ma spettatore molto interessato, per tutto ciò che mi ha legato in passato e mi lega tuttora al Molise. Non essendo stata avanzata finora nessuna candidatura, neanche informale, o solo annunciata, affrontare il tema delle candidature può essere intempestivo. Nello spirito di servizio che mi ha convinto ad aprire questo blog, non intendo in ogni caso avviare ora una campagna in favore di qualcuno. Ritengo tuttavia di dover dire la mia su ciò che ritengo si debba chiedere ai candidati in campo per orientare la scelta. So che chiunque potrà leggervi propensioni per questo o quel possibile candidato, o avversioni per il tal altro. Normale. Insisto tuttavia su un concetto che mi sta molto a cuore.
Ho imparato col tempo che pretendere di non sbagliare è velleità inutile e spesso dannosa: non ci si deve sognare, perciò, di pretenderlo dagli altri. Ciò che invece si deve pretendere da se stessi – e, nella stessa misura, dagli altri – è lo sforzo costante di individuare i propri errori e la ricerca dei correttivi. Merita dunque più fiducia chi avendo commesso un errore (più precisamente, quello che personalmente considero tale) dimostra di averne fatto oggetto di riflessione, magari riconoscendo di aver studiato una via alternativa per il futuro, rispetto a chi, avendo commesso errori (sempre a mio giudizio) assai meno gravi, non ha però mai dato prova di aver riflettuto su quegli episodi e di aver compiuto una ricerca rigorosa sulle possibili alternative.
E' per questo motivo che non considero un esercizio puramente retorico, né una forma di appoggio mascherato, l'elenco dei requisiti che i candidati penso debbano soddisfare.

UN CANDIDATO CHE CORRA PER VINCERE. POSSA VANTARE UNA CREDIBILITA' PERSONALE

Un primo requisito: deve correre per vincere. Qui si pone un primo grosso problema. I gruppi dirigenti dei partiti di centro-sinistra sono largamente composti da persone che, quando si sono misurate, hanno perso. Non può suonare come una condanna a vita, ripeto che dagli errori e dalle sconfitte si può e si deve imparare. Ma si deve dare prova di avere appreso la lezione.
Per intenderci (non ce l'ho con nessuno in particolare ma propongo solo un ragionamento ipotetico), se qualcuno di quelli che hanno perso non ha mai smesso di considerarsi il meglio fico del bigoncio e, ora che il vento sembra che cambi, comincia a pensare semplicemente “Mo' che il bigoncio non fa più schifo agli elettori, è la volta buona che posso riprovarci”, vuol dire che proprio non ha capito e che è destinato a sicura sconfitta. Dovrebbe invece chiedersi innanzi tutto se gli elettori hanno davvero scartato il bigoncio o se non gli piaceva il fico. Se c'è un dubbio che le primarie aiutano a risolvere è proprio questo. Anche se può succedere che perfino dopo aver perso le primarie qualcuno consoli l'amor proprio ferito evocando “truppe cammellate” o “popolo inquinato”. Meglio sarebbe che cominciasse già ora a interrogarsi sulle ragioni delle sconfitte e spiegasse come intende cambiare per non ripetere quell'esperienza. Altrimenti soffrirà di un grosso deficit di credibilità personale: che è un po' come il coraggio di don Abbondio.
Un'occasione d'oro si offre poi a chi è stato seduto nei banchi dell'opposizione. A condizione che abbia contrastato le scelte della giunta formulando proposte alternative e ne abbia spiegato bene agli elettori in genere e in particolare ai settori più direttamente investiti, sia la fattibilità che i vantaggi che ne avrebbero conseguito. In quel caso metà della loro campagna elettorale (se non di più) sarebbe già fatta. Altra cosa (ragiono sempre per ipotesi astratte) se avesse denunciato con forza per contrattare risultati all'interno di quelle scelte. Comportamento – sia chiaro – più che legittimo. Ma in genere chi siede nei banchi della maggioranza, denunciando meno, o con meno vigore, riesce tuttavia ad ottenere di più dalla contrattazione con la giunta e il confronto rischia dunque di essere penalizzante. E all'elettore resterà qualche punto interrogativo su quale possa essere la scelta davvero alternativa.


UN CANDIDATO CHE ABBIA IN MENTE UN'IPOTESI DI SVILUPPO. PER TORNARE A CREARE LAVORO. SANO

Orientamento deciso al risultato (alla vittoria). Credibilità personale. Sono i primi requisiti. Il giudizio gli elettori se lo formeranno sulla storia pregressa (il curriculum). Il regolamento per le primarie richiama, perché i candidati vi si attengano, la raccomandazione n. 60/99 del Congresso dei poteri locali del Consiglio d’Europa riguardante l’adozione del Codice europeo di comportamento per gli attori politici nelle istituzioni locali per recuperare un rapporto tra istituzioni e società civile. Quella raccomandazione pone al centro il rispetto di regole etiche comuni e la trasparenza, per la quale si richiede l'illustrazione, oltre che delle priorità programmatiche, del proprio curriculum professionale.
Un'ottima occasione per fare i conti con la propria storia e per farne motivo di riflessione partecipata con gli elettori, delle primarie prima, delle “secondarie” poi, se si vince il primo round.
Non c'è dubbio però che si debba andare ben oltre questi pre-requisiti essenziali.

In particolare, dobbiamo aspettarci che i candidati alle primarie riescano a dare un significato preciso e comprensibile alla svolta rispetto al programma politico di centro-destra, ma al tempo stesso al metodo di governo e al sistema di potere. Una svolta che tutti vogliono e che indubbiamente chiunque si candiderà vorrà promettere e che però ben pochi, fin qui, sanno spiegare.
Deve stare nel programma comune (al momento non ancora disponibile). Ho qualche dubbio al riguardo ma se anche così fosse si tratterebbe di darne un'interpretazione (priorità, provvedimenti pronti per l'attuazione, ecc.) che renda comprensibili e soprattutto esigibili gli impegni che ciascun candidato assumerà in proposito.
Oppure dovrà far parte dell'integrazione personale che ogni candidato alle primarie presenterà quale arricchimento - “in modo non conflittuale con le linee programmatiche del centrosinistra” - della piattaforma. Non ci si può però aspettare che quello rappresenti un programma articolato e completo. Sarà la fase successiva di confronto e di elaborazione, prima della campagna elettorale di novembre, a metterlo a punto e non si può pretendere oggi un dettaglio che sarebbe perfino una chiusura di spazi di discorso e di partecipazione che si deve assolutamente evitare.

Ma tutto questo non significa che non si possa dire qualche parola chiara che renda comprensibile agli elettori se davvero di svolta si tratta e in quale direzione.
Qui si dovrà scavare, a mio parere, nelle primarie.
Personalmente ritengo che la svolta dovrà fare centro su un triangolo di temi, fortemente collegati tra loro ma ciascuno con un suo rilievo politico primario. Che l'ampia gamma delle questioni che si porranno sul tappeto possa in definitiva essere ricondotta a questo triangolo. Lavoro e sviluppo. Ambiente e territorio. Legalità.
Su questo, per quel che mi riguarda, intendo insistere. Su questo, è la mia modesta opinione e insieme profonda convinzione, le primarie dovranno permettere di misurare ciascuno dei candidati.